Vito Pirruccio analizza il dimensionamento della rete scolastica confrontando dati, analisi e previsioni, facendoci riflettere su quale futuro possa avere la scuola, e non solo, in seguito a determinate scelte politiche
A sostegno del dibattito sulle prossime decisioni da assumere in materia di dimensionamento della rete scolastica è intervenuto il Report ISTAT sugli indicatori demografici che sostanzialmente conferma i dati degli anni precedenti. Così come trovano conferma le proiezioni da qui a dieci anni soprattutto per i Comuni del Mezzogiorno e della Calabria. In particolare:
- “Entro il 2030 (periodo per il quale l’ISTAT definisce per la prima volta nella sua storia un’apposita metodologia previsiva, coerente con il livello regionale e nazionale) un numero crescente di Comuni andrà incontro a un calo demografico. Secondo lo scenario mediano, l’81% dei Comuni dovrebbe trovarsi in tali condizioni entro il 2030. Ciò si deve alla bassa fecondità … ma, anche, ai livelli migratori sfavorevoli per alcune realtà territoriali, laddove è più forte sia l’emigrazione per l’estero sia quella per l’interno… La questione investe soprattutto le aree del Mezzogiorno, dove i Comuni delle zone rurali con bilancio negativo sono il 93% del totale e dove si riscontra una riduzione della popolazione pari all’8,9% … In una situazione relativamente migliore si collocano i Comuni a densità intermedia (piccole città e sobborghi) dove il calo demografico atteso[1] è del 2,2% … In un quadro tendenziale dove le disuguaglianze territoriali tornano ad essere evidenti, la crisi demografica colpisce, in particolar modo, regioni come il Molise (-12 per mille), Basilicata (-9,5) e Calabria (-8,6), sempre più sul procinto di essere coinvolte in una situazione da cui appare difficile poter uscire”[2].
- I due elementi che incidono maggiormente sul calo demografico e che hanno implicazioni di rilievo sul sistema scolastico sono:
- Il calo di coppie con figli soprattutto nel Mezzogiorno
- La dinamica migratoria fortemente sfavorevole nel Sud
“La tipologia familiare che si prevede possa subire il cambiamento più evidente nel prossimo decennio riguarda le coppie con figli … . La diminuzione sarebbe più accentuata nel Mezzogiorno, pari a 10 punti percentuali (dal 36,9% al 26,9%)”[3].
Circa la dinamica migratoria, il Rapporto ISTAT registra movimenti migratori sfavorevoli nel Sud. “Tra le regioni del Mezzogiorno la situazione risulta più sfavorevole in Basilicata (-4,8 per mille) e in Calabria (-4,4 per mille) … Mentre in Italia le regioni più attrattive risultano essere l’Emilia-Romagna (+ 2,9 per mille) e il Friuli Venezia-Giulia (+2,5 per mille).
Se si osserva il trend degli ultimi venti anni che vede la Calabria tra le regioni fanalino di coda per nascite, nella nostra Regione sono nati circa un terzo di bimbi in meno: si è passato da 19.612 bambini nati nel 1999 a 13.219 del 2021. Il trend, sempre seguendo le proiezioni ISTAT, sarà negativo fino al 2030 con un calo di piccoli residenti così distribuito[4]:
- In Provincia di Cosenza gli abitanti fino a 4 anni diminuiranno del 17,1% (4.535 minori in meno)
- In Provincia di Reggio Calabria il calo sarà del 16,2% (3.595 bambini in meno);
- In Provincia di Catanzaro la flessione sarà pari al 15% (2.067 minori residenti in meno)
- In Provincia di Vibo Valentia la diminuzione sarà del 13,8% (822 minori in meno)
- In Provincia di Crotone il calo sarà del 10% (riduzione della popolazione tra i minori di 787 unità)
A fronte di questi dati che dovrebbero, almeno, spingere all’utilizzo ottimale delle strutture, dei servizi destinati all’infanzia e all’adolescenza e al miglioramento della stessa offerta formativa, registriamo, invece, una carenza di asili nido, mense, palestre e una dotazione strutturale vetusta. In Calabria, infatti, abbiamo 11,9 posti nido ogni 100 bambini a fronte di una media nazionale del 27,2%. L’obiettivo fissato dall’Europa nel PNRR è del 33%. Solo nel 25% delle scuole è attivo il servizio mensa, con un numero bassissimo di Tempo Pieno (18%) e una caduta oraria del tempo scuola rispetto al Centro-Nord del Paese. La Calabria, inoltre, ha il minor numero di palestre agibili.
Se solo ci si soffermasse su questi ultimi dati sarebbe semplice non solo indirizzare gli investimenti del PNRR (Investimenti strutturali non progettificio didattico), ma programmare l’offerta formativa, anche, in chiave di razionalizzazione-ottimizzazione della rete scolastica: più tempo scuola (garantendo mense e trasporti); più interventi sulle strutture (Adeguamenti degli edifici scolastici o costruzione di nuovi con spazi-modelli didattici innovativi; realizzazione di comunità energetiche solidali con edifici tecnologicamente avanzati e combinati con l’istallazione di impianti energetici innovativi; più strutture innovative per l’educazione motoria e non le solite palestre-caserme; più spazi culturali e ricreativi, tipo biblioteche multimediali, spazi creativi, exhibit, laboratori, percorsi didattici). A tal proposito, si sottolinea che nel Sud è bassissima rispetto al Nord sia la propensione alla lettura (27,9%) e sia la pratica dello sport e del tempo libero (25%)[5]. Un divario che andrebbe colmato con gli interventi del PNRR di natura strutturale.
Per concludere, piccola e marginale osservazione.
Nel 2020 il Ministro dell’Interno Lamorgese insediò un gruppo di lavoro al ministero, composto da rappresentanti del M.I., dell’ANCI, e dell’UPI, per individuare situazioni alternative all’uso di edifici scolastici da adibire a seggi elettorali. I dati in possesso del Ministero dell’Interno ci dicono che attualmente l’88% dei 61.562 seggi elettorali si trova all’interno delle scuole del primo ciclo. A conclusione dell’incontro del 26/02/2021, la sala stampa del Ministero dell’Interno diffuse il seguente comunicato: “Il Gruppo di lavoro ha indicato in via esemplificativa alcuni tipi di edifici che potrebbero ospitare sezioni elettorali, rispetto ai quali i comuni interessati dovranno verificare l’idoneità e il rispetto dei requisiti indicati. Questi edifici sono, per esempio, uffici comunali e sale consiliari; biblioteche e sale di lettura; palestre e impianti sportivi, comprese le palestre scolastiche, se il loro uso come seggio non impedisca l’attività didattica”[6].
A distanza di quasi tre anni quanti Comuni della Locride hanno ottemperato al programma sottoscritto al Ministero dell’Interno con l’allora Ministro Lamorgese? E prossimamente (giugno 2024) quanti saranno i Comuni dotati di “sale delle elezioni” che non sacrificheranno le scuole come seggi elettorali? Ricordo a me stesso che nel Sud registriamo 200 ore annuali in meno di scuola rispetto al Nord e non è proprio il caso di sospendere le attività didattiche ordinarie per altri compiti non di istituto.
[1] Report ISTAT 2021, p.6
[2] Report ISTA 2022 p.7
[3] Report ISTAT 2022 pp.7-8
[4] Dati pubblicati sul Corriere della Calabria, articolo di Roberto De Santo “Calabria nella morsa della trappola demografica” pubblicato il 26 agosto 2023
[5] “Noi Italia in breve” Rapporto ISTAT 2023
[6] Documento per la stampa diffuso il 26 febbraio 2021