Vici Reale porta natta buttighia! Ieri, quando l’ho visto nella bara mi è tornata in mente questa frase di mio padre, quasi che lo stesse chiamando a sé, che lo stesse invitando in un altro mondo, per raggiungere gli amici che non sono più su questa Terra. La frase non mi era nuova, tantissime volte, mentre si mangiava capitava di sentirla, anche perché era lui l’addetto al vino. Mi spiego meglio, noi abitavamo in Via Trieste, alle nostre spalle abitava Mommo Fuda, in via Trento, sopra Vici Reale e sotto mia zia Ida. Vici era fratello di Mariuccia, che era sposata con mio zio Dante, ed era fratello di Peppe Reale, per molti anni vice sindaco con Iannopollo. Insomma, per noi ragazzi le nostre erano delle grandi famiglie, soprattutto d’estate quando rientravano gli altri componenti sparsi per tutto il mondo, così che quando giocavamo a pallone in strada, eravamo tanti, ma di queste poche famiglie. Nelle ricorrenze si mangiava pure assieme, tipo “pasquni” o ferragosto, un vero esercito: in questi conviviali i grandi gestivano il vino, le donne tutto il resto. Vici era stato anche un valente vigile urbano, di una squadra che tutti ricordano in paese, quelli che dal dopoguerra in poi formarono una grande famiglia.
In quel mondo, c’era una storia che oggi si fa fatica a ricordare, molti non ci sono più, tra questi Mommo e mio padre e, da oggi, anche Vincenzo Reale.