Tra i Venerabili figura anche il calabrese Gaetano Francesco Mauro: “fondatore nel 1928 della Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali, fu sacerdote diocesano e visse tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo.
Sei nuovi Venerabili per la Chiesa Cattolica, ad autorizzarlo Papa Francesco nell’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Il Papa ha infatti concesso l’autorizzazione ad Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti il riconoscimento delle virtù eroiche di sei Servi di Dio che così diventano Venerabili.
Provengono da Italia e Spagna e sono 4 sacerdoti, una religiosa e una donna laica.
Si tratta di Miguel Costa y Llobera, Gaetano Francesco Mauro, Giovanni Barra, Vicente Lopez de Uralde Lazcano, Maria Margherita Diomira del Verbo Incarnato e Bertilla Antoniazzi.
Tra i Venerabili figura anche il calabrese Gaetano Francesco Mauro: “fondatore nel 1928 della Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali, fu invece sacerdote diocesano e visse tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Negli anni della Prima Guerra Mondiale fu cappellano militare in Friuli e, catturato, trascorse un periodo di prigionia in vari campi di concentramento austriaci, dove si ammalò di tubercolosi. Rientrato in Calabria si dedicò ad alleviare con opere di evangelizzazione e promozione umana la miseria, l’ingiustizia e l’ignoranza religiosa dei contadini, dando vita nel 1925 all’Associazione Religiosa degli Oratori Rurali (A.R.D.O.R.), per l’insegnamento della dottrina cristiana nelle campagne, la cui sede stabilì presso l’ex convento di San Francesco di Paola a Montalto Uffugo che qualche anno prima aveva restaurato.
Nel 1943 la Santa Sede decise di accorpare alla giovane Congregazione dei Catechisti Rurali quella dei Pii Operai, fondata da Carlo Carafa nel 1602: nacquero così i Pii Operai Catechisti Rurali che dopo la Seconda Guerra Mondiale intensificò l’opera missionaria nelle zone rurali della Calabria e di cui il Servo di Dio nel 1956 fu nominato Superiore generale.
Nei suoi diari racconta la “notte oscura”, una forma di depressione, vissuta sempre saldo nella fede e con speranza: una prova spirituale che lo accompagnò fino agli ultimi giorni.