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domenica, Novembre 24, 2024
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Uno zerbino tra Siderno e Locri

Terra di nessuno, territorio di periferia lasciato a se stesso. Tra Siderno e Locri la fiumara del Novito, in contrada San Leo, è una zona abbandonata, senza legge e senza regole. È come lo zerbino sotto cui si nasconde la sporcizia.

Terra di nessuno, territorio di periferia lasciato a se stesso. Tra Siderno e Locri la fiumara del Novito, in contrada San Leo, è una zona abbandonata, senza legge e senza regole. È come lo zerbino sotto cui si nasconde la sporcizia. E guai a sollevarlo. L’abbandono e l’illegalità sono la chiara conseguenza del manifesto disinteresse di chi dovrebbe amministrarla. Lo stato in cui versa la relega ad un’appendice di poca importanza di cui ci si dimentica.
Strade dissestate, polverose e con crateri che puntano dritti al centro della terra, talmente profondi da far pericolosamente barcollare i camion diretti all’impianto di trattamento degli rsu. Discariche a cielo aperto con frigoriferi e materassi da far invidia alle raccolte straordinarie organizzate dai comuni. E una puzza nauseabonda che accompagna costantemente la vita della contrada e dei contradaioli. L’odore che tra spazzatura e depuratore impregna l’aria di un acre olezzo a cui si fatica a fare l’abitudine anche dopo anni.
San Leo è periferia, storicamente la meno mafiosa, se così si può dire, tra le contrade sidernesi.  Forse proprio per questo viene violenta e sfruttata da tutti e i suoi cittadini non sembrano meritare la stessa considerazione degli altri.
I cittadini che vi abitano si sentono soli e vedono chiunque approfittare della posizione isolata della loro contrada per fare i propri comodi. Per esempio sei il proprietario di una betoniera e la devi lavare, vai lì e non curante dei danni ambientali che provochi la sciacqui nella fiumara. Tanto chi ti vede in quel deserto di polvere e brecciolino.
Per non parlare delle mille discariche di piastrelle, cucine abbandonate, mattoni rotti. E ancora, qualcuno pulendo il proprio terreno e/o giardino ha ben pensato di trasportare lungo la fiumara le erbacce estirpate. Come, d’altra parte, un altro mister X ha bruciato una palma e ha lasciato la carcassa carbonizzata a due passi dalla strada. C’è poi un silos inutilizzato, rotto, e lasciato al suo destino, come una vecchia betoniera della Fiat tutta arrugginita parcheggiata nello stesso punto da chissà quanto tempo.
Tutto viene abbandonato in qualche angolo più o meno nascosto tra i canneti e gli argini delle fiumara. Senza chiedersi se sia un comportamento corretto, civile, da buon cittadino. Semplicemente, forse, perché si è abituati a fare così.
E nessuno può dire di non sapere in che condizioni versa quella strada, quella contrada. Tra il depuratore, l’impianto per il trattamento dei rifiuti, le serre e l’azienda di bitume c’è un via vai di operai che tutti i giorni constatano con mano quanto sia degradata quella zona. Per non parlare delle proteste dei contradaioli.
San Leo non è l’unica contrada/periferia zerbino. La fiumara del Novito non è l’unica discarica a cielo aperto della Locride.
È solo l’esempio più vicino, più visibile dell’incuria e dell’inciviltà a cui la Locride si sta abbandonando/abituando.

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