La Calabria, a mio avviso, ma anche a parere di molti, è la regione più bella d’Italia e pure del Mondo, infatti la natura ci ha regalato un clima, un mare ed un territorio che non ha eguali. Io sono innamoratissimo della mia terra, ed ho cercato di dare il mio piccolissimo contributo evidenziando i lati positivi e negativi della mia Calabria. Ma questo non è bastato, perché una goccia d’acqua, che cade nell’immensità del mare, non riesce mai a scatenare forti reazioni per cambiare questo balordo mondo.
La Calabria, a mio avviso, ma anche a parare di molti, è la regione più bella d’Italia e pure del Mondo, infatti la natura ci ha regalato un clima, un mare ed un territorio che non ha eguali. Io sono innamoratissimo della mia terra ed ho cercato di dare il mio piccolissimo contributo scrivendo per il settimanale “Riviera” evidenziando i lati positivi e negativi della mia Calabria.
Ma questo non è bastato perché una goccia d’acqua che cade nell’immensità del mare non riesce mai a scatenare forti reazioni per cambiare questo balordo mondo. Noi calabresi siamo stati descritti dai mass- media nazionali ed internazionali come briganti e mafiosi e qualcuno di questa ha fatto pure richiamo all’ ”Ombrosio” asserendo demagogicamente che per i tratti somatici siamo tendenzialmente portati al crimine. È vero che c’è un dato di fatto che dimostra che la mafia, senza menzioni di dubbio, è nata in Sicilia, la camorra a Napoli e la ‘ndrangheta in Calabria, ma tutto questo non può inficiare l’immagine di un popolo meridionale che è figlio illegittimo del popolo greco e romano che hanno civilizzato il mondo in tutti i campi. I due terzi di noi calabresi siamo brava gente e grandi lavoratori. Molti di questi hanno dimostrato delle capacità notevoli in moltissimi settori professionali raggiungendo traguardi di eccellenza. La Storia della nostra Calabria è sempre stata costellata da grandi calamità e tragedie e la maggior parte di questi crimini non sono mai venuti a galla e, quindi, nessuno ha avuto giustizia come meritava. Per fare un esempio basta pensare a tutti i morti uccisi per mafia sia innocenti che colpevoli, all’alluvione del 1955 che ha spazzato via molti paesi ed anche facendo vittime, al terremoto del 1908 tra Reggio e Messina, eccetera.
In questo mese di agosto del 2021 si è verificata l’ennesima grande tragedia degli incendi che hanno bruciato più di un terzo del nostro territorio boschivo. La nostra bellissima montagna dell’Aspromonte non esiste quasi più, ed io in questi giorni di tristezza ed amarezza mi sono chiesto e domandato “Di chi è la colpa?”. Qualcuno asserisce che tutto questo è opera direttamente o indirettamente della ‘ndrangheta, altri dicono che i piromani che hanno questa tendenza ad accendere il fuoco, altri ancora affermano che la responsabilità del controllo del territorio e quindi del nostro patrimonio boschivo e se ne sono fregati; in ultima analisi c’è chi sostiene che tutta questa tragedia si sia verificata per colpa della politica. Infatti, a mio avviso questa ultima ipotesi mi sembra quella più congeniale e vicina alla verità poiché questo mese di agosto la politica è stata impegnata a confrontarsi sulle elezioni che si terranno nei mesi di ottobre e novembre per eleggere il governatore della regione, quindi gli interessi dei nostri futuri rappresentanti e di quelli in carica erano concentrati su questo e si sono completamente disinteressati al fuoco che bruciava i nostri boschi. Se una di queste ipotesi dovesse venire a galla come veritiera, questa gentaglia responsabile di questo orrendo crimine meriterebbe di essere impiccata senza la minima pietà, ma questo in Italia non può mai accadere, ed il miracolo di vedere arrestati i veri colpevoli mi sembra una chimera. Questi criminali hanno la stessa faccia di quei “Galantuomini” di un tempo passato i quali essendo i padroni assoluti del territorio e capibastoni del paese erano anche responsabili della maggior parte dei crimini che si commettevano sul territorio. Costoro non venivano puniti poiché intoccabili, ed al loro posto c’erano quelli che pagavano con il carcere. Perché le cose possano cambiare nella nostra regione è necessario, a mio avviso, un coordinamento, ed una forte cooperazione fra i comuni ed avente come obiettivo finale lo sviluppo economico del paese ed il progresso del nostro territorio. La lotta è l’invidia fra i nostri comuni non porta da nessuna parte, anzi spesso è negativa e dannosa.
Dobbiamo essere noi guardiani del nostro territorio e non delegarlo alla ‘ndrangheta.
Pasquale Canale