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giovedì, Novembre 21, 2024
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Una rosa rossa

Un racconto commovente di Ilario Ammendolia, della sua esperienza di sindaco dell’accoglienza. Un ricordo della prima nave di profughi accolta dal suo comune Caulonia e da lui come sindaco, con la giacca scura e la camicia bianca e la fascia tricolore. Esperienza che oggi comprende chiaramente che in quel momento storico si sono collocati dalla parte giusta della storia: contro il razzismo ed i morti in mare, per la Pace, (senza se e senza ma) per un mondo migliore.

Caulonia, dopo Riace, fu uno dei primi Comuni a praticare l’accoglienza dei migranti. Non erano anni facili per gli immigrati. E non lo sono ancora.
Ma in quel momento c’era chi teorizzava i respingimenti in mare ( poi messi in pratica) e chi invocava il filo spinato.
Ero sindaco di Caulonia.
Decidemmo di accogliere.
Nel paese la preoccupazione e la paura del “diverso” si mescolava a sentimenti di generosità e solidarietà e al tradizionale rispetto per il “forestiero”. In frange oscure e marginali riaffiorava persino il razzismo.
La mia comunità si apprestava a vivere un’esperienza forte.
Il 4 agosto il prefetto mi comunicava l’ imminente arrivo del primo gruppo di profughi. Erano 30 ragazze nigeriane. Ricordo ancora i loro nomi, i loro sguardi e le loro speranze.
Il giorno del loro arrivo il sole bruciava eppure, cosa che mi succedeva e mi succede molto di raro , decisi di indossare la giacca scura e la camicia bianca.
Malgrado un caldo insopportabile le aspettai con la fascia tricolore sul portone del Municipio. Erano ospiti di riguardo e così ad ogni ragazza consegnai una rosa rossa che qualcuna di loro bagno’ con le sue lacrime.
Poi ,ognuna di loro ha potuto telefonare alle famiglie lontane.
Le accompagnammo nelle loro stanze.
Ricordo-e non senza dolore – Mery Jehnn che appena vide il suo letto e il comodino si inginocchio’ e alzo’ le mani verso il Cielo. Ringraziava Dio per quel poco che stava per ricevere.
Se potessi aggiungerei, ancora oggi, la mia preghiera alla sua affinché ogni suo giusto desiderio venisse esaudito.
Il giorno dopo un bravissimo parroco, don Bruno Sculli, riceveva i nuovi arrivati in Chiesa, pronunciando parole indimenticabili: “stasera Cristo è venuto a trovarci. Cristo ha il volto di queste ragazze.”
QUESTE RAGAZZE SONO IL CRISTO!
Le indicò una per una.
Qualche giorno dopo” Perfetta Letizia “, commentava le notizie dei giornali sorpresi da quanto avveniva nella Locride (in quel momento nota per fatti ben più drammatici… per esempio Duiburg) , con queste parole
“… sappiamo che in Calabria tre sindaci sfidando paure e sospetti, hanno deciso di accogliere i migranti . Non sappiamo a quale partito appartengono i tre sindaci. Sappiamo con certezza invece che chi accende un cerino nel buio illumina l’umanità. E loro quel cerino l’hanno acceso. ”
Dopo pochi giorni convocammo il Consiglio comunale in un clima teso e con un pubblico attento. Non so quanti di voi ricordino” Le supplici”di Eschilo che chiedevano asilo per sfuggire alla violenza.
Un monarca avrebbe potuto respingere le supplici”, un governo oligarchico forse.
Un popolo di uomini e donne libere , non avrebbe potuto negare il diritto alla vita e alla dignità di altri esseri umani se non negando la propria umanità.
Con questo spirito decidemmo di accogliere.
Lo decise il consiglio comunale di un piccolo Paese, Caulonia, trasformato in “Agorà”
Sono passati tanti anni da quella riunione del consiglio comunale aperta al pubblico e che ha rappresentato uno dei momenti più alti nella vita politica del paese e che ancora mi rende particolarmente orgoglioso.
Tutto ciò che ci circonda ci dice che, con notevole anticipo, ci siamo collocati dalla parte giusta della storia: contro il razzismo ed i morti in mare, per la Pace, (senza se e senza ma) per un mondo migliore.
Altre volte avrei indossato la fascia tricolore sulla giacca scura ma raramente con così tanto orgoglio.

 

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