È ripartita la motovedetta dall’Albania che riporta i 12 migranti in Italia arrivando a Bari fra qualche ora. Ai migranti è stato negato il diritto di asilo a causa della provenienza del paese d’origine di questi ultimi, considerati come paesi non sicuri dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea.
I primi problemi sono arrivati insieme al primo sbarco delle coste in Albania, perché i giudici a Roma dovevano decidere se convalidare o meno i trattenimenti dei migranti in Albani oppure rimandarli indietro in Italia. La probabilità che queste convalide fossero negate era molto alta e cosi si è verificata, per via di una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, secondo la quale anche tunisini, egiziani, bengalesi, libici eccetera, debbano essere considerati cittadini di paesi non sicuri. Siccome in Albania possono essere trasferiti – in base al protocollo Italia Albania e il base al decreto Cutro – solo migranti originari da paesi sicuri, questi dovranno inevitabilmente essere rispediti in Italia. Nella giornata di venerdì 17 i giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma, proprio sulla base di quella sentenza della Corte UE, hanno negato la convalida tutti e 12, su 16, i migranti trasferiti in Albania, disponendo il loro immediato trasferimento in Italia. Il risultato è che il centro di accoglienza in Albania da centinaia di migliaia di euro rischia ora seriamente di rimanere vuoto. Una Cattedrale nel deserto.
Si accende il caso politico. Perché subito la maggioranza del governo ha attaccato i giudici considerandoli pro migranti da “invasione d’Europa”, attaccando l’opposizione attraverso twitter/X, e la risposta della Segretaria del PD Elly Schlein contro il Governo è stata altrettanto diretta, “Presidente, non è che noi anticipiamo le decisione dei magistrati. Semplicemente leggiamo le leggi.”
I giudici purtroppo non hanno potuto decidere autonomamente, non potevano fare altrimenti e questo perché le leggi italiane non possono andare in contrasto con il diritto comunitario europeo che risiede al di sopra delle leggi nazionali e di conseguenza quel giudice è stato costretto ad applicare quella norma. Inoltre la procedura dei 12 migranti è avvenuta in appena 24ore. Una tempistica senza precedenti, perché questa procedura che solitamente dura mesi e che in via accelerata poteva durare 28 giorni, per questo caso è durata appena 24 ore. E la decisione è stata che i migranti non avranno diritto d’asilo.
Cosa succede ora al centro in Albania? Se non potranno essere trasportati neanche quei pochi che potevano essere ospitati, che ne sarà della struttura, del personale, dei contratti e delle centinaia di migliaia di euro spesi? Resterà chiuso per i prossimi 5 anni?