Antonella Calautti dialoga con l’ingegnere e scrittore di origini canolesi Plinio Corrado e con la scrittrice Ada Murolo, in visita nella Locride.
Correva l’anno 1879 quando la nobile famiglia canolese Corrado dava i natali a Rubens, tredicesimo di diciotto figli. La situazione di possidenti benestanti gli consentì di laurearsi in ingegneria al Politecnico di Torino e qui cominciava la prima delle sue migrazioni.
Egli, canolese, andava in giro per continenti presentandosi non come turista, ma come costruttore di ponti tra la sua terra natia e il mondo. “In viaggio con Rubens” è il racconto delle avventure del nonno che il nipote Plinio Corrado fu affettuoso nel rivelare. Nonno e nipote, ambedue avidi di sogni e di speranza.
Dunque, lui è Plinio Corrado, ingegnere e scrittore veneziano, di origini canolesi. Da sempre ha ceduto al fascino di altre culture grazie a incarichi nel quadro della Cooperazione internazionale che lo hanno portato a viaggiare ai confini del mondo, da Samarcanda all’Isola di Pasqua: un modo come un altro per cercare rifugio, com’egli afferma, in quel che si dice l’altro di sé, che molto assolve e perdona. Per nove anni ha seguito il conflitto israelo-palestinese, ma prima c’è stata l’Africa nera, poi la scoperta del Chaco e dei Paesi andini, e poi ancora Washington, Bruxelles, Ginevra e le alchimie dell’industria umanitaria.
Lei è Ada Murolo, scrittrice. Palizzi le ha dato i natali. Ha vissuto a lungo a Trieste. Risiede a Roma. Anch’ella di origini canolesi. Anch’ella della famiglia Corrado. Nel 2008 ha pubblicato un libro di racconti, “La Città straniera”. Nel 2013 il suo primo romanzo “ Il mare di Palizzi” con cui ha vinto il premio Rhegium Julii-Selezione Opera. Con “Si può tornare indietro“ ha vinto il Premio Internazionale Salvatore Quasimodo 2017. E l’incontro di oggi ha avuto il senso di una positiva condivisione di intenti e di visioni, ma anche di una preziosa occasione per divulgare i valori di un progetto per la prossima estate canolese e la bellezza del nostro Territorio oltre i confini regionali.
Rubens, Plinio, Ada, Canolo, la Locride e il Mondo. Perché tutto ciò che prendiamo vorremmo restituirlo intatto. Con le dita leggere della cultura.