La Federazione Nazionale delle Associazioni Ricettività Extralberghiera ha avuto il suo da fare a causa di dichiarazioni e polemiche relative alle attività sul turismo extra-alberghiero e sulle politiche nazionali del turismo in Italia.
«Anche l’estate 2024 ci ha regalato dichiarazioni e polemiche deliranti. Tra le ultime, in ordine di tempo, quelle di un property manager del Sud che ha definito il turismo extralberghiero “di ripiego rispetto a quello alberghiero”, o quelle di imprenditori del settore che criticano il costo degli ombrelloni. Ma, a fronte di un calo generalizzato di presenze, lamentato da Nord a Sud d’Italia da chi si occupa di accoglienza turistica e finanche dai ristoratori, non sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche e lavorare per migliorare l’accoglienza turistica investendo in infrastrutture e cambiando normative desuete?». Lo dichiara Elia Rosciano presidente di FARE, federazione nazionale delle associazioni ricettività extralberghiera.
«In questi mesi e a ridosso del Ferragosto abbiamo letto cose davvero sgradevoli – lamenta Rosciano – Soprattutto ci chiediamo: perché gli albergatori si ostinano a offendere gli extralberghieri con una narrazione mediatica ordita ad arte? Dovrebbe risultare ormai chiaro ai più che le responsabilità risiedono ancora nelle istituzioni incapaci di prendere una posizione che sia davvero a tutela del territorio e del brand Italia. Istituzioni e amministrazioni che, a ogni livello territoriale, restano immobili nel rispettare i principi di democraticità e inclusività dimenticando di convocare la rappresentanza confederata del nostro comparto: un paradosso a fronte del numero di posti letto messi a disposizione dalla categoria».
«Da Nord a Sud d’Italia – spiega Rosciano – si è assistito a una contrazione del numero delle presenze e a una concentrazione delle stesse lì dove le Regioni hanno investito in marketing e comunicazione. In attesa dei bilanci ufficiali di fine stagione, i dati parlano chiaro: il comparto extralberghiero che cresce nella legalità e nell’investimento privato supera di gran lunga la capacità di accoglienza dell’alberghiero. Le strutture ricettive che investono nella formazione e nella cura verso l’ospite sono preferite dal turista autonomo e consapevole. E proprio per questo siamo stati tra i primi a combattere l’illegalità e l’orda d’improvvisati».
«Gli albergatori – aggiunge Rosciano – non accettano che sia il turista a fare la fortuna della destinazione. Non solo: se c’è chi non sceglie più di trascorrere le sue vacanze in hotel ci sarà pure un motivo. Un motivo da ricercare al proprio interno: strutture obsolete, servizi non più al passo con i tempi, accoglienza industriale e mai personalizzata e ancora meno accurata, tariffe inaccessibili per il ceto medio. Ma c’è anche altro. Stando a ciò che è stato riportato dalla stampa in questi giorni, si è registrato in Umbria a Ferragosto un calo di presenze del 20-30% rispetto al 2023.
A riguardo ha dichiarato il presidente regionale Simone Fittuccia al Corriere dell’Umbria : “Pochi gli stranieri, meglio va con gli italiani, ma c’è una grande reticenza nello spendere. L’effetto inflazione sull’aumento dei prezzi si fa sentire. E per gli stranieri ancora non rappresentiamo una destinazione primaria”. A Reggio Emilia nel 2023 si sono contati 767mila pernottamenti di turisti, il 3% in più rispetto al 2022, ma il 9,2% in meno rispetto al 2019 secondo un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha svolto una ricerca sui flussi turistici per esaminare il trend dell’estate 2024. Quindi, sono gli extralberghieri ad attrarre il turista esigente o serve correre ai ripari con politiche mirate per rendere l’Italia più attrattiva?».
«In Italia da anni al centro delle politiche nazionali del turismo, c’è l’emergenza infrastrutture – conclude Rosciano – ma a oggi cosa si è fatto in concreto? in autostrada si fanno i conti con cantieri perenni. Non va meglio con i collegamenti ferroviari di serie A e di serie B a seconda di dove si risiede. Da una parte c’è l’alta velocità che copre i collegamenti del Centro-Nord, dall’altra il Sud dove è un miracolo non siano più in circolazione di “treni a vapore”, per parafrasare Ivano Fossati. Altro capitolo quello dei collegamenti aerei tra scioperi, maltempo e voli cancellati all’ultimo minuto. A fronte di tutto ciò ci chiediamo: questi sono i servizi al turista di cui essere orgogliosi?».