Uno dei principi che dovrebbe sempre orientare le scelte istituzionali è la coerenza tra ciò che si chiede e ciò che si è. E la verità, purtroppo, è che Bovalino, nonostante il suo passato prestigioso, oggi somiglia più a un paese trascurato che a una comunità pronta a definirsi “Città”.
Facciamo una doverosa premessa, al fine di prevenire le prevedibili strumentalizzazioni e i consueti e oramai rituali “paternalismi”: da bovalinesi saremo felici se il nostro paese potrà fregiarsi di questo titolo anche se, sostanzialmente, cambierà poco o nulla. L’appellativo comporterà solo l’aggiunta della corona turrita sullo stemma, trattandosi di un mero titolo onorifico. Richiedere questo titolo senza un percorso partecipato, senza un preventivo coinvolgimento del Consiglio comunale e senza alcuna interlocuzione preliminare con i gruppi di minoranza, rappresenta una forzatura che svuota di significato un riconoscimento che dovrebbe essere il coronamento di un percorso di crescita, e non una sterile operazione d’immagine. Ci siamo trovati di fronte a una documentazione già predisposta in ogni dettaglio, senza possibilità di discussione costruttiva, senza margini per suggerire eventuali modifiche o integrazioni, senza il minimo sindacale di confronto. Una procedura che, al netto dell’innegabile impegno della Commissione, nominata “motu proprio” dal Sindaco, non rende giustizia né al ruolo del Consiglio comunale né al principio del pluralismo istituzionale.
Ma, ancora più della forma, è la sostanza a lasciare perplessi: quale idea di “Città” si vuole rappresentare all’esterno, quando il territorio versa in uno stato di degrado strutturale e funzionale sempre più evidente? Neanche l’etichetta più prestigiosa può nascondere ciò che è sotto gli occhi di tutti: il lungomare distrutto, un sistema viario caotico e insicuro, marciapiedi resi impercorribili da rifiuti e barriere architettoniche, uno stadio comunale in condizioni indecorose, strutture sportive inesistenti e una cronica mancanza di politiche di decoro urbano. Prima del titolo di “Città” Bovalino avrebbe bisogno di vedere finalmente risolti questi problemi. Avrebbe la necessità di un piano strutturale e di un piano spiaggia pienamente operativi, di un piano commerciale, di un centro di socializzazione per gli anziani, di un centro di aggregazione per le giovani generazioni, di servizi sociali dignitosi e di servizi pubblici efficienti e a costi sostenibili.
Quali sarebbero allora i tratti distintivi della nostra “Città”? La nostra storia e la nostra identità culturale sono un patrimonio inestimabile da difendere e da valorizzare, ma da sole non possono compensare le lacune di un presente imbarazzante. Non siamo contrari ai riconoscimenti, ma rifiutiamo quelli svuotati di contenuto, che non rispondono a un progetto armonico di sviluppo, ma servono solo a inseguire titoli da esibire, piegati a mere esigenze di propaganda.
Non saremo presenti al Consiglio comunale di oggi che dovrà deliberare la richiesta del titolo di “Città”. La nostra assenza, tuttavia, non è dettata da queste considerazioni di merito, che anzi avremmo voluto esprimere nella sede istituzionale più opportuna, bensì da una precisa responsabilità politica del Presidente del Consiglio Filippo Musitano che ancora una volta, con la consueta arroganza e in assenza di una scadenza perentoria, ha fissato la seduta consiliare per oggi, 11 aprile, ignorando volutamente la nostra formale richiesta di rinvio, motivata da un impegno istituzionale sopraggiunto di particolare rilevanza.
Avevamo infatti rappresentato la volontà di essere presenti a Reggio Calabria, presso la Sala Monteleone del Consiglio regionale della Calabria, per rispondere all’invito del Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Antonio Marziale, in occasione della sua relazione annuale. Un appuntamento che rappresenta un importante momento di riflessione e di responsabilità sul tema dei diritti dei minori nel nostro territorio al quale, prima di noi, era stato invitato anche il Sindaco di Bovalino.
Un evento che avrebbe dovuto indurre l’Amministrazione comunale a dimostrare maggiore senso istituzionale e rispetto per il prezioso e delicato lavoro svolto dal Garante Marziale. Invece, alla nostra richiesta di rinvio, il Presidente Musitano ha risposto con un laconico e provocatorio: “bisogna fare delle scelte”. Ebbene, noi la nostra scelta l’abbiamo fatta: essere dove si discute di minori, di diritti, di nuove generazioni, dei nostri figli. Dove avremmo voluto trovare anche il Sindaco di Bovalino, Presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, che invece, evidentemente, ha “scelto” di non esserci.
Le nostre considerazioni sulla richiesta del titolo di “Città” le esprimeremo pubblicamente in una conferenza stampa che sarà convocata nei prossimi giorni.