Il progetto Riace non è un sogno, è tutto vero. Siamo noi che sentiamo pulsare il cuore come un tamburo quando una barca si avvicina alle nostre coste e alcune voci ci chiedono aiuto. Siamo noi che costruiamo una corda umana per salvare dalla forza del mare tutti, nessuno escluso. Siamo noi che raccogliamo viveri e vestiti per scaldarli subito e farli sentire al sicuro.
“Se siamo qui non è solo per te, Mimmo, ma anche per noi stessi. Ci siamo sentiti offesi e feriti nel profondo da una sentenza che condanna ogni speranza di un’Italia civile che pratica l’accoglienza e la solidarietà.” Risuonano nitide le parole di Gad Lerner nell’anfiteatro di Riace gremito di persone bianche, nere e marroncine, grandi, bambini e tanti giovani. L’applauso scoppia sincero, perché con quelle parole Lerner ha dato voce ai sentimenti di ognuno e ognuna di noi lì presenti. Ci guardiamo sorridenti, con uno sguardo che è forte come un abbraccio. Battiamo forte le mani ripetutamente, perché abbiamo bisogno di sentirci uniti, vicini, a Mimmo e a noi stessi. Il progetto RIACE non è un sogno, è tutto vero. Siamo noi che sentiamo pulsare il cuore come un tamburo quando una barca si avvicina alle nostre coste e alcune voci ci chiedono aiuto. Siamo noi che costruiamo una corda umana per salvare dalla forza del mare tutti, nessuno escluso. Siamo noi che raccogliamo viveri e vestiti per scaldarli subito e farli sentire al sicuro. Questa cultura consumistica e capitalistica non è riuscita a spegnere i nostri ideali di umanità e giustizia. E noi siamo lì per gridarlo forte a Mimmo, a noi stessi, a tutti. Padre Alex Zanotelli ci invita a tenere duro e noi vogliamo tenere duro, perché il senso della vita non è il capitale, il consumo, l’egoismo e lo sappiamo bene. Tutta questa propaganda vuota ed effimera che ci bombarda quotidianamente, rabbuia noi e il mondo, svilisce noi e il mondo. La condanna a Mimmo è espressione di quel mondo che non ci piace, al quale non vogliamo appartenere. La condanna a Mimmo è una condanna ai nostri ideali, ai nostri sentimenti, alle nostre speranze. Alla “chiamata alle arti” siamo stati tanti e tante a rispondere, Nell’anfiteatro di Riace risuonano fino a notte, tra canti, danze, colori, versi poetici, la Vita, la Speranza……..con la mia chitarrina e voce appassionata, tra battiti di mani ritmati, anch’io cerco di scaldare il cuore di Mimmo: Riace non mollare! Riace dobbiamo continuare! Ai paradisi fiscali, noi preferiamo i paradisi umani!
Francesca Prestia