L’autore descrive Terranova Sappo Minulio, un piccolo comune nella Piana di Gioia Tauro, Calabria, evidenziando la sua ricca storia, il patrimonio artistico e culturale, e l’importanza delle tradizioni religiose locali.
Ciao Piccolo è bello
di Bruno Gemelli
Meno di 500 abitanti anche se nel 1561 ne contava diecimila, Terranova Sappo Minulio, centro interno della piana di Gioia Tauro, si può fregiare del titolo di “Città” concesso dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 28 luglio 2005.
Titolo che aveva già avuto nel Cinquecento. Dunque questa piccola comunità ha – come si dice – i “quarti nobili”. Meritamente per la storia e per le opere d’arte che sono custodite. Tant’è che lunedì scorso ha ricevuto la visita di Vittorio Sgarbi, nella sua qualità di riconosciuto critico d’arte. Egli ha visitato le opere di Benedetto da Majano, Giuseppe Bottone e Cesare Quaranta che si trovano nella Chiesa di SS. Maria Assunta dove si possono ammirare: un bassorilievo raffigurante Giulio Celano fondatore di San Giorgio Morgeto, un altorilievo raffigurante la Madonna del Riposo (secolo (XVI), una statua raffigurante la Madonna del Soccorso (secolo XVI), una lastra del monumento sepolcrale di Roberto San Severino e altri due bassorilievi: San Pietro da Morrone e San Pier Celestino.
Nel Santuario del Crocifisso – altro sito da visitare -, che venne ricostruito dopo il cataclisma tellurico del 1783 e poi rimodernato in fasi successive, troneggia, al centro l’altare, della Madonna della neve, con frammenti marmorei provenienti da conventi e chiese del distrutto abitato, e ascrivibili a diverse età (secolo XIV-XVIII).
La Madonna consta di una lastra marmorea figurata ad altorilievo, con sostegno decorato, scultura quattrocentesca attribuita alla scuola di Benedetto da Majano. Il Crocifisso ligneo, che fu trovato (intorno al 1500) poco distante dal paese in un luogo oggi riqualificato, è oggetto di una fortissima devozione. Il 2 e 3 maggio si radunano a Terranova migliaia di fedeli provenienti da tutta la provincia. Nello stesso Santuario è custodita la sacra e preziosissima effigie del Cristo nero del ‘400, la cui riproduzione è stata donata a Papa Francesco nel corso dell’udienza generale del 15 maggio scorso.
Prima della canonica la processione il parroco mette all’asta, a beneficio dei soli terranovesi, i posti (ambitissimi) di portantini del Crocefisso, e si arriva a pagare anche 5.000 euro per avere quest’onore.
Terranova Sappo Minulio, sebbene non si conosca esattamente la sua ricostruzione etimologica, è un centro antico, risale infatti al 1283 quando il principe Carlo di Salerno, al comando delle forze angioine, scelse questo sito per la sua posizione strategica che domina la Piana. Centro riedificato e accresciuto dopo la distruzione di Taureana, i cui superstiti lo popolarono e gli diedero il nome Terranova che mantenne fino al 1864, sicché la sua origine si collega all’antica Metauria che aveva dato i natali ad Eufemio Metaurese e al celebre Stesicoro. Qui, tra il torrente Marro e il Vacale, si alternarono nel tempo diversi feudatari che ne fecero sempre un punto di riferimento per le attività commerciali, riprese con nuova lena dopo i terremoti del 1500 e del 1783. L’economia del paese è legata all’ulivicoltura, alle rimesse degli emigrati e alle due aziende edili presenti sul territorio che si estende per 9 chilometri quadrati.
I simboli della città sono la Torre Civica (che ha beneficiato di un annullo speciale delle Poste ed ha già compiuto cento anni), e il crocifisso ligneo posato sull’altare maggiore del Santuario.
Si dice, infine, che Bernardino Telesio abbia soggiornato a Terranova Sappo Minulio.