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domenica, Settembre 8, 2024
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Telefoni nel carcere di Cosenza: 50 indagati, tra cui boss e il padre di ‘Coco’

Mezzo centinaio di persone sono indagate dalla Procura di Cosenza per un giro di telefoni cellulari introdotti nel carcere cittadino tra l’ottobre del 2022 e il giugno del 2023. I dispositivi sarebbero stati utilizzati dai detenuti per comunicare con l’esterno.

L’inchiesta, coordinata dal pm Domenico Frascino, ha fatto luce su 61 episodi che coinvolgono anche alcuni familiari dei reclusi. Tra gli indagati figurano, oltre a esponenti di spicco della ‘ndrangheta, anche Nicola Campolongo, padre del piccolo “Coco”, il bambino ucciso e dato alle fiamme all’interno di un’auto a Cassano allo Ionio nel gennaio 2024.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria di Catanzaro, sono partite dal ritrovamento di un micro-telefono cellulare e di una scheda SIM all’interno del carcere nel 2022. L’analisi del traffico telefonico ha permesso di ricostruire la rete di contatti illeciti e di individuare i responsabili.

L’operazione rappresenta un duro colpo all’utilizzo di telefoni cellulari nei carceri, fenomeno che mina la sicurezza degli istituti penitenziari e consente ai detenuti di mantenere contatti con la criminalità organizzata.

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di introduzione e detenzione di strumenti atti a comunicare a distanza non autorizzati, procurato uso di oggetti atti a comunicare a distanza non autorizzati e favoreggiamento.

L’inchiesta evidenzia ancora una volta la pericolosa diffusione dei telefoni cellulari all’interno delle carceri italiane, un fenomeno che alimenta le attività criminali e mette a rischio la sicurezza degli istituti penitenziari. Le indagini della Procura di Cosenza rappresentano un passo importante nella lotta contro questo fenomeno.

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