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Storia della strada Jonio – Tirreno

Domenico Italo Cuzzola ex dirigente dell’ex Provincia ora Città Metropolitana di Reggio di Calabria, in quarant’anni si è occupato soprattutto di viabilità. In questi giorni ha appreso che per circa due anni, la Strada di Grande Comunicazione Jonio – Tirrenica resterà chiusa, pertanto ripercorre la storia di questa strada.

 Domenico Italo Cuzzola

Sono l’ingegnere Domenico Italo Cuzzola ex dirigente dell’ex Provincia ora Città Metropolitana di Reggio di Calabria. In quarant’anni che ho esercitato la professione mi sono occupato di molti settori, ma soprattutto di viabilità. In questi giorni ho appreso che per circa due anni, la Strada di Grande Comunicazione Jonio – Tirrenica resterà chiusa. Sono di questi ultimi mesi poi le accelerazioni sulla costruzione del collegamento stabile tra le due rive dello stretto di Messina. Sebbene abbia scelto nel gennaio del 2011 di andare in quiescenza e da cinque anni di trasferirmi in modo definitivo a Treviso, resta nel mio animo per tradizione, senso di appartenenza, amore, il legame con la mia città natale. Pertanto, vorrei esprimere, non un parere, dato che questo è stato verbalizzato in varie conferenze di servizio accanto ai Presidenti Calabrò e Fuda, ma semplicemente ricordare agli attuali amministratori della Città Metropolitana, cosa si è fatto in proposito e quelli che erano i programmi e i piani approvati che al momento sembra che siano andati nel dimenticatoio. Forse la memoria del passato può aiutare in positivo le azioni che oggi bisognerebbe intraprendere per dare organicità a un programma, non da inventare, ma da attuare controllando tutti gli step. Incominciamo dalla S.G.C. Jonio-Tirreno. Personalmente ho gestito la strada dal collaudo alle soglie della consegna all’ANAS dell’importante arteria (oltre 20 anni). Strada progettata negli anni ‘70 e realizzata negli anni ‘80. La strada, quindi, è stata progettata con criteri ormai vecchi di oltre 50 anni, non più rispondenti alle leggi sismiche rinnovate e stringenti, con norme che hanno subito più variazioni da quel lontano 1970. Cosa ancora più determinante su cui riflettere è lo studio trasportistico aggiornato che aveva portato a proporre alla fine del secolo, una alternativa viaria collocata più a sud che intercettasse i flussi provenienti da Locri fino all’area grecanica. Sempre a quell’epoca era partita l’idea di costruire il Ponte sullo stretto introducendolo come completamento degli itinerari europei. Con l’Anas si è discusso ed approvato un piano organico di viabilità da rinnovare e da costruire in funzione della realizzazione del Ponte. Tale piano organico approvato dall’ANAS e a cui ci si può sempre riferire, prevedeva “priorità 1 la costruzione del collegamento viario della Bovalino Bagnara”. Questo voleva dire che nessun’ altra strada in elenco poteva essere finanziata se non prima di dare il via a questa realizzazione e che il tutto doveva essere fatto in contemporanea con la costruzione del Ponte. L’inaugurazione del collegamento stabile sullo stretto doveva essere preceduta dalla realizzazione del programma viario che vedeva al numero 1 il collegamento Bovalino Bagnara. In quegli anni 2000 si era dato corso alla realizzazione dell’Accordo di Programma Quadro fra Stato e Regione Calabria in cui si era previsto di dotare di un collegamento pedemontano il territorio reggino. Si era programmata una strada con caratteristiche di S.G.C che, partendo dall’altopiano di Santa Eufemia d’Aspromonte, incontrasse la Bovalino Bagnara e collegasse a nord l’autostrada nel nuovo svincolo di Laureana di Borrello. Si era progettato tutto ciò creando un’alternativa interna all’autostrada. Restava e resta da progettare un’alternativa interna che superasse lo svincolo autostradale di Scilla e collegasse l’altopiano di Campo Calabro costruendo così un’alternativa completa all’autostrada nel collegamento con il Ponte. Da quest’ultimo altopiano dovrebbe partire un collegamento molto impegnativo studiato dall’ANAS che collega la parte Jonica, ovvero Campo Calabro – colline di Pellaro e quindi S.S. 16. L’Accordo Quadro è stato finanziato con circa 120 milioni di euro, in parte realizzato e in parte in corso di completamento. Della Bovalino Bagnara abbiamo il progetto e si è iniziato e realizzarlo in parte con i primi tre lotti della parte Jonica, i soli finanziati. Detto questo vorrei approfondire il perché di questo programma voluto fortemente dalla Provincia. I collegamenti di Reggio con il Nord Italia presentano due strozzature con caratteristiche praticamente di unicità. Nella parte Jonica non esiste un collegamento alternativo alla SS.106 fino a Pellaro (in caso di interruzione bisogna salire verso Gambarie e poi ridiscendere percorrendo 50 Km. per superare il bypass), sul lato tirrenico la S.S. 18 non può costituire un’alternativa all’autostrada dato che tra Bagnara e Sant’Elia gli attuali mezzi pesanti avrebbero difficoltà a superare i tornati e le curve di quella parte del tracciato. Pertanto, un qualsiasi impedimento all’autostrada (vento forte sullo Sfalassà, incidenti che coinvolgono entrambe le corsie) provoca l’arresto della circolazione e quindi, in quei momenti, le finalità del collegamento stabile tra Reggio e Messina verrebbero meno. Così come un incidente sul lato Jonico all’altezza aeroportuale, renderebbe non collegabile il basso Jonico con lo stesso Ponte. A nord si era rilevato, come già detto, in modo incontrovertibile che per dare la possibilità all’utilizzo del Ponte da chi proviene dalla fascia Jonica era necessario (priorità 1) creare un’alternativa alla S.G.C. Jonico-Tirrena. Per concludere il Ponte necessario, a parere dell’allora gestione politica e tecnica della Provincia, resterebbe un’opera fatta solo per intestarsi un merito, se contemporaneamente non si completasse quanto a suo tempo programmato per consentire su di esso un deflusso organico delle varie direttive che costituiscono la domanda di trasporto. Bisognerebbe quindi domandarsi che fine ha fatto il piano programmato 20 anni fa dall’ANAS e approvato dalla Provincia. Pretendere che tutti gli step previsti in quel programma e nei successivi vengano finanziati e realizzati in contemporanea con la realizzazione del Ponte, sapere cosa ha previsto ANAS nei lavori sulla S.G.C Jonio Tirreno da realizzare in due anni e infine che lavori di adattamento la stessa ANAS ha programmato di fare per rendere idonea la vecchia statale jonica trasversale che dovrebbe assorbire il flusso autoveicolare in questi due anni. Ho usato il verbo pretendere, perché se non ora quando, possiamo vincolare lo Stato e gli altri Enti preposti a rispettare i programmi e rinnovare in modo consistente la viabilità del territorio reggino, impedendo che si realizzi un’opera con molti punti deboli e che non servirebbe in modo efficiente il territorio provinciale, escludendolo, ancora una volta, dalle decisioni e dai vantaggi. Nell’archivio della Città Metropolitana si potrà trovare verbali, relazioni e progetti. Basta cercarli.

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