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venerdì, Aprile 19, 2024
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Autunno Nero: 2 milioni e mezzo di italiani rischiano la fame

Gran parte dei politici e dei giornalisti giocano irresponsabilmente ad ignorare il dramma tremendo che sta vivendo la nostra nazione, a seguito dei colpi inferti dal mercato unico globale, che ingoia la ricchezza del Popolo per trasferirla ai potentati economici. Vogliamo augurarci che il governo che scaturirà dalle urne, di questo 25 settembre, vorrà dare una risposta pronta ed efficace, scansando i micidiali colpi di coda dell’agonizzante sistema economico predatorio neoliberista.

 Gran parte dei politici e dei giornalisti giocano irresponsabilmente ad ignorare il dramma tremendo che sta vivendo la nostra nazione a seguito dei colpi inferti dal mercato unico globale, che ingoia la ricchezza del Popolo per trasferirla ai potentati economici. Basta pensare che la speculazione sul gas e sul comparto dell’energia in genere, ha trasferito negli ultimi mesi oltre 9 miliardi di euro di extra-profitti, praticamente rubati alle fasce più povere della nostra popolazione e alle aziende private. Al meeting annuale di Comunione e Liberazione a Rimini, l’establishment non ha esitato ad auspicare la vittoria della destra in queste elezioni, nella certezza che vada a consolidare la forza dei potentati economici nella deleteria situazione in cui si trova l’intera popolazione. Nessun brillante opinionista ha inteso sottolineare che costoro sono stati i principali autori, a partire dalla strategia della tensione e dall’assassinio di Aldo Moro, della sciagurata trasformazione del sistema economico produttivo keynesiano (che aveva consentito il miracolo economico italiano degli anni ’60) nel sistema economico predatorio neoliberista, che trascura l’interesse generale del Popolo, mira all’aumento della ricchezza individuale, privatizza la proprietà pubblica e, in sostanza, getta sul lastrico la maggioranza dei cittadini.

In evidente contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo il quale la remunerazione del lavoratore deve consentire a lui e alla sua famiglia una vita libera e dignitosa, la remunerazione del lavoro è in preda al precariato, ed è costituita da salari da fame.

Gli aumenti dei prezzi speculativi che investono una serie infinita di attività produttive, fanno prevedere per il prossimo autunno la chiusura di 90 mila aziende con la perdita conseguente di 250 mila posti di lavoro, tutto questo secondo le più ottimistiche previsioni.

In tale situazione d’emergenza solo la ricchezza nazionale può far fronte attraverso investimenti pubblici “operati da Enti e da imprese poste fuori dal mercato”, come prevede l’articolo 43 della Costituzione, secondo il quale devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori e di utenti i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia, le situazioni di monopolio e le industrie strategiche, che hanno preminente interesse generale.

Il fenomenale SuperMario è andato fino ad oggi in direzione ostinata e contraria (vedi l’operazione Alitalia-Ita) e non ha mosso un mignolo per contrastare la vergognosa speculazione del comparto energetico.

Il recente report della Coldiretti “L’autunno caldo degli italiani a tavola fra corsa prezzi e nuovi poveri” ha dipinto un quadro a tinte fosche: “Con i rincari d’autunno sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie per la corsa dei prezzi per l’inflazione e il conflitto in Ucraina, unita ai cambiamenti climatici, fra siccità e nubifragi, che danneggiano i raccolti. Il tutto sotto la speculazione delle grandi multinazionali. Con l’aumento dei prezzi del carrello della spesa cresce anche il numero di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari che – sottolinea la Coldiretti – hanno aiutato tra gli altri 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili, secondo l’analisi della Coldiretti su dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead). Le quotazioni record del gas costeranno alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022. La categoria per la quale gli italiani spenderanno complessivamente di più è il pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi”. “L’esplosione del costo dell’energia ha un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il Tetrapak, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”.

“È strategico colmare il deficit alimentare dell’Italia che produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. Una situazione determinata soprattutto dai bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando inoltre che per difendere la capacità produttiva agricola nazionale, “oltre a un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992 per fermare l’invasione di e fauna selvatica e cinghiali che devastano i campi a fronte dei cambiamenti climatici è una priorità per il Paese costruire una rete di invasi per catturare l’acqua quando cade e distribuirla quando non c’è”.

Siamo nel campo delle proposte concrete alle quali, vogliamo augurarci, il governo che scaturirà dalle urne di questo 25 settembre vorrà dare una risposta pronta ed efficace, scansando i micidiali colpi di coda dell’agonizzante sistema economico predatorio neoliberista.

Franco Arcidiaco

 

 

 

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