Secondo una stima di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro, un blocco immediato e totale alla cessione del credito e sconto fattura porterebbe delle ripercussioni pericolose per quanto riguarda l’occupazione nel settore edile e in tutta la sua filiera.
Sicuramente occorrerà rimodulare il decreto legge numero 11/2023 che ha bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. Se è vero che la norma relativa al Superbonus edilizio ha recato danni alle casse dello Stato, è altrettanto sicuro che il suo stop immediato e totale porterebbe conseguenze molto gravi per l’occupazione in Italia. Secondo una stima di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro, un blocco immediato e totale alla cessione del credito e sconto fattura porterebbe delle ripercussioni pericolose per quanto riguarda l’occupazione nel settore edile e in tutta la sua filiera (aziende produttrici di materiali edili, infissi, impiantistica ecc.): sarebbero infatti oltre 150.000 i lavoratori a rischio licenziamento o soggetti ad ammortizzatori sociali. Poco meno di 100.000 direttamente operanti nel settore dell’edilizia e oltre 50.000 attivi nella filiera.
Nell’edilizia sono aumentati i prezzi di circa il 20% nell’anno 2022 rispetto al 2021. L’aumento dei prezzi è stato causato da una concomitanza di eventi: carenza di materiali e delle materie prime a seguito della guerra fra la Russia e l’Ucraina e la speculazione di taluni imprenditori.
Già da un report dell’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) del 2022 era emerso in modo chiaro e inequivocabile che rispetto all’anno precedente vi erano state delle variazioni in aumento del costo medio delle asseverazioni completate pari al 22,3% per le abitazioni singole, del 18,8% per i condomini e del 13,6% per le unità funzionalmente indipendenti.
Se a gennaio 2023 le detrazioni cumulate a seguito del superbonus ammontavano a circa 72 miliardi di euro, si evince facilmente che l’aggravio dei costi per le casse dello Stato ammonterebbe a circa 14 miliardi.
«Occorrerà trovare una soluzione equa che continui a garantire la possibilità della cessione dei crediti da parte dei cittadini e, nello stesso tempo, previsioni che individuino interventi di controllo “massivi” per contenere l’innalzamento speculativo dei prezzi e le truffe», commenta Sandro Susini, fondatore di Susini Group S.t.P..