Questa settimana vi proponiamo un’intervista a Vincenzo Staiano, direttore artistico del festival jazz “Rumori mediterranei” per aggiornarvi sul programma prenatalizio che ha intrattenuto gli amanti della musica jazz, dal 7 all’11 dicembre, con una panoramica sulle origini e sugli sviluppi acquisiti nel tempo da questa lodevole manifestazione musicale.
Partiamo dalle origini. Come nasce il festival Jazz Rumori Mediterranei?
Il Festival del Jazz Rumori Mediterranei nasce nel 1981, grazie all’Associazione Culturale Jonica promossa e presieduta dal compianto Senatore Sisinio Zito. Ha subito successo e s’impone subito a livello internazionale, diventando la punta di diamante della sua programmazione musicale. Infatti, la manifestazione è solo una delle tante attività promosse dall’Associazione che opera su tutto il territorio regionale con iniziative musicali, cinematografiche, teatrali, editoriali e formative (e qualche volta anche sportive). Nel corso degli anni, diventa una delle più importanti realtà associative del Mezzogiorno. Purtroppo, viene sciolta nel 2016 dopo la scomparsa del senatore Zito. Da allora, il Festival lo organizza il Comune di Roccella Jonica con contributi assegnati da alcuni enti e pochi sponsor.
Da quanto tempo se ne occupa personalmente?
Dalla sua nascita, con ruoli diversi nel corso degli anni. In successione: responsabile delle relazioni esterne, membro del comitato artistico e coordinatore generale. Dal 2013 ricopro il ruolo di direttore artistico.
Che tempi di preparazione ha un’edizione invernale o estiva che sia?
La programmazione di un’edizione di solito comincia in questo periodo e si sviluppa durante l’anno. Al momento, è già pronta la sessione che si dovrebbe tenere alla fine di agosto del 2023.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontra nell’organizzazione?
La maggior parte delle difficoltà sono generate dall’incertezza finanziaria. Senza una copertura certa non si possono attivare i contratti con i musicisti. Tutto ciò si traduce in ritardi organizzativi, perdite di gruppi in fase di programmazione, aumento di alcuni costi e impossibilità di mettere in atto delle strategie di comunicazione e promozione adeguate in tempi ragionevoli.
Come si articola la scelta della band?
La scelta viene sempre fatta partendo da un’impostazione tematica che viene indicata dal Comune. I gruppi e i musicisti prescelti devono rientrare nelle coordinate culturali, artistiche e finanziarie assegnate dall’ente.
Come si è svolto questo “Christmas Festival” 2022?
In effetti, non è stato il Jazzy Christmas che di solito viene organizzato durante il periodo natalizio. Può darsi che si farà anche quello. “Jazz @ The Village è il titolo originale, ed è stata un’edizione speciale che si doveva tenere a Settembre, ma è stata rinviata per motivi di carattere amministrativo. Si è articolata in cinque giorni di attività editoriali, musicali ed enogastronomiche nel periodo calendarizzato come “Lungo ponte dell’Immacolata”, cioè dal 7 all’undici all’11 dicembre. L’evento è stato ospitato dall’Ex Convento dei Minimi e da una tensostruttura realizzata su Waterfront Sisinio Zito. Questa struttura è stata una novità assoluta dal punto di vista organizzativo e al suo interno sono state messe in atto delle attività che hanno assunto la forma dell’happening, con eventi programmati e altri sviluppati nel corso della manifestazione. È stato un work in progress con protagonisti tre scrittori di jazz di chiara fama, gruppi di musicisti importanti del panorama jazzistico nazionale e internazionale, ed produttori di eccellenze gastronomiche del nostro territorio.
Cosa apprezzano i jazzisti del festival? E cosa li induce a tornare? Perché se non sbaglio ci sono ospiti che, negli anni, ci sono stati riproposti con le loro nuove performance?
Il Festival, grazie alla sua notorietà, è una grande vetrina sia per i musicisti emergenti che per le grandi star e suonare a Roccella è sempre motivo di prestigio. C’è poi il grande appeal delle location nelle quali si svolge il Festival e della stessa cittadina con le sue bellezze. Alcuni musicisti tornano, perché si sviluppa un rapporto di amicizia con l’organizzazione del Festival e si consolida la voglia di offrire nuove idee sul piano progettuale.
Qual è l’obiettivo che il festival intende perseguire e da cosa la scelta di una versione Winter?
Ai tempi dell’Associazione Culturale Jonica c’era una stagione concertistica invernale. Il “Winter” di quest’anno, come ho precisato prima, è stato un episodio casuale, ma c’è la volontà dell’Amministrazione Comunale e del Sindaco Vittorio Zito di riprendere quella tradizione.
Beatrice Macrì