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venerdì, Novembre 22, 2024
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Sono fascisti? Certo gli assomigliano

L’autore  paragona l’estrema destra di oggi al fascismo storico, evidenziando analogie e differenze. L’estrema destra di oggi rappresenta una minaccia per la democrazia, ma è meno potente e meno pericolosa dei fascisti del passato. Tuttavia, è importante rimanere vigili e contrastare le loro idee e le loro azioni.

Galileo Violini 

La necessità pratica, che sta alla base di ogni giudizio storico, conferisce a tutta la storia il carattere di “storia contemporanea” perché, per quanto remoti e lontani possano apparire i fatti a cui si fa riferimento cronologicamente, la storia è sempre in relazione con la necessità e la situazione presente in cui quei fatti diffondono le loro vibrazioni. (Benedetto Croce) 

Parole attuali 

Erano squadristi quando attaccarono Misiano. E l’aggressione a Donno indica che lo sono tuttora, per non parlare del minuto di silenzio richiesto da una consigliera comunale per una neoeletta al Parlamento europeo, oggetto, notoriamente, di minacce di morte, anche se vogliamo benevolmente interpretare la richiesta come símbolica del dolore e rammarico di una tale elezione. 

Erano arroganti. Ne è emblema il discorso del 3 gennaio del 1924. Gli esempi che dimostrano che lo sono tuttora abbondano anche se a un livello ben differente. In particolare, sono arroganti con la stampa, come quando la seconda carica dello stato dichiara a un gionalista che alla sua testata non risponde, o quando un ministro, con certa rozzezza familiare (absit iniuria verbis), invece di rispondere ad una domanda legittima su un suo collaboratore diretto, chiede sprezzantemente se il giornalista cerchi lavoro.  

Erano nazionalisti e colonialisti. Ieri Fiume, la Corsica. l’annessione della quarta sponda, gli ascari, faccetta nera, oggi immigrati senza diritti, anche se, nella versione soft, a volte sono utili nello sport (ma anche questo non è nuovo, basta ricordare Monti, Orsi, Guaita, Demaria), Oggi la favola del made in Italy, e l’affitto albanese, versione stracciona, ma cara, dells quarta sponda e soprattutto la cittadinanza resa impossibile. Nuovi Jean-Marie Le Pin:”La carte d’identité n’est pas la Carte Orange”. 

Ieri Bottai “Perchè (giova ripeterlo ai giovani), romanesimo, e quindi italianità, coincide con la civilità. Roma è il principio, su cui si fonda e per cui si conserva lo Stato”. Oggi la favola di una cultura nazionale. 

Già Roma. Per la filatelia ai tempi di Giorgia è più importante ricordare la fondazione della “magica” da parte di un fascista doc ammiratore di Dumini che la Liberazione dall’occupazione nazista e di Salò. 

Erano razzisti. Ieri gli antisemiti Telesio Interlandi e Giovanni Preziosi e le leggi razziali. Oggi Renaud Camus e la sostituzione etnica, tema caro al ministro ricordato in precedenza, e indulgenza a corrente alternata verso l’antisemitismo dei loro (sono fraintesi, erano giovani). 

Volevano contare nella política internazionale. Ieri Monaco, per non parlare dei morti necessari per sedersi al tavolo della pace. Oggi le velleità di contare a Bruxelles, anche se le prime risposte al “vengo anch’io” paiono essere “no, tu no”. 

Erano pochi, il 6.5 % del Parlamento del 1921. Ma divennero il 65% nel 1924 con i loro alleati. 

Quanti sono oggi? In Parlamento fortunatamente un po’ di meno di quella percentuale che permetterebbe loro di stracciare la Costituzione del 1948. Nel paese stanno diminuiendo. Anche se , Goebbels insegna, vogliono far credere di no, vendendo una loro vulgata sui risultati delle ultime elezioni. Che la vittoria delle destre in Francia, Germania e Austria si rifletterebbe anche in Italia, e proverebbe la solidità del governo.  

La Giorgia de Noantri ha un bel dire “Ci hanno visti arrivare. Non ci hanno fermati”. È vero. Li abbiamo visti arrivare, e non solo noi, anche molti europei e ne sono preoccupati. Però si sono fermati. La loro propaganda pretende dimostrare il contrario, usando opportunamente le percentuali e non i numeri assoluti. 28,83% contro il 26% delle politiche di due anni fa. Però, In termini di elettorato questo travolgente successo si rivela un insuccesso. Fratelli d’Italia che nel 2022 ebbe il voto del 16.63% è scesa oggi al 13.9% dell’elettorato. 

Significa qualcosa? 

Crediamo di si. E pare pensarlo anche il ministro Crosetto, quando dichiara che il premierato non è prioritario, ben sapendo che l’appoggio presso Forza Italia è tiepido. 

Tuttavia continuano nel loro programma. Alzano la posta. Sgarbi (sostantivo maschile plurale) istituzionali, all’interno verso il bersaglio più alto, e all’estero, come quando Giorgia rimescola le ceneri in casa d’altri, senza chiedersi se qui da noi dalle ceneri dell’odiato vicino  milanese non possa risorgere l’araba fenice che venti anni fa travolse Berluconi e se davvero sarà seguita fino in fondo da FI. 

I social, le fake news possono permettere a uno spagnolo conquistare tre seggi a Bruxelles, ma da questo a ergersi ago della bilancia nel Parlamento europeo la differenza è immensa. 

Vedremo se il tanto decantato G7 ungerà una queenmaker di Bruxelles, Metternich del 2025,  se riuscirà a entrare nel comité de soutien della candidatura Van der Leyen e ad avere il commissario di peso che spera o se si registrerà un suo nuovo insuccesso internazionale. In patria con la propaganda si può barare, ma all’estero non basta. Temi come l’aborto, il cambio climatico, la liberta di stampa sono sensibili.  Inoltre, specificamente l’aborto, in Italia può muovere masse, come recenti inchieste hanno mostrato. 

Ci sia anche lecito dubitare che l’autarchico disprezzo delle critiche relative allá scelta del luogo e all’organizzazione del G7 dell’Associated Press e la CNN sia indizio di forza. 

Comunque, le analogie tre ieri e oggi non debbono essere nè sottovalutate nè sopravvalutate. L’Aventino moderno fu un disastro per l’Italia, confrontabile con il suicidio político delle elezioni del 2022. Tuttavia il voto recente alle europee ha dato due indicazioni interessanti. Dove si votava anche per elezioni locali e sono state superate differenze marginali rispetto ai problemi tratteggiati, la maggioranza ha mostrato di essere in difficoltà e soprattutto il voto dei fuorisede ha dato un risultato che dimostra che il fascismo non è popolare tra i giovani.  

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