Sinistra italiana chiede che i fondi non vengano ripartiti solo in base a parametri demografici. Sotto accusa un sistema «iniquo» che non tiene conto dei dati epidemiologi e delle malattie croniche: «In 20 anni sottratti 2 miliardi alla sanità Calabrese»La Terna commissariale della ASP di Vibo Valentia ha comunicato appena il 29 novembre 2024, che non garantisce i dispositivi salvavita per il controllo del diabete e “invita” i medici a prescrivere l’indispensabile. Tale scelta mette in difficoltà moltissimi calabresi che rinunceranno a curarsi, ed evidenzia un dato: le ASP pensano solo a tutelare i bilanci e mettono in grave pericolo la vita dei malati di diabete. Non si può far passare il principio che le cure sanitarie siano una gentile concessione, ma è necessario affermare che è un diritto sancito dalla Carta costituzionale. Come Sinistra Italiana, crediamo che questa scelta, non sarà la sola, perché la Calabria ha una maggiore prevalenza, rispetto ad altre regioni, di patologie croniche a maggiore diffusione: ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, bronchite cronica ostruttiva, osteoartrosi, reflusso gastroesofageo etc. etc…
Nonostante ciò, la sanità calabrese ha la più bassa percentuale di posti letto per 100 mila abitanti pari a 315,9 posti letto, contro la media nazionale di 390 posti letto per 100 mila abitanti. Questa maggiore prevalenza è stata certificata con Decreto n. 103 del 30 settembre 2015 firmato dall’allora commissario al piano di rientro sanitario calabrese, che successivamente, come previsto dalla legge, è stato vidimato prima dal Ministero dell’Economia e poi dal Ministero della Salute. Lo stesso decreto è fornito di specifiche tabelle, dove si può calcolare in 287000 i malati cronici in più presenti in Calabria, rispetto allo stesso campione di un’altra regione.
Sinistra Italiana pone degli interrogativi ai commissari e al Presidente della regione Occhiuto? come mai la ASP di Vibo Valentia non ha i soldi per garantire le cure ai diabetici ricadenti nel proprio territorio? La risposta è perché la Calabria, ha una maggiore presenza di malattie croniche rispetto al resto d’Italia, o perché, la regione Calabria da più di 20 anni riceve meno fondi rispetto ad altre regioni per la sua sanità. È un paradosso! Dove ci sono più malati sono arrivati meno fondi, perché è rimasta inapplicata la legge n. 662 del 1996 che prevedeva il riparto dei fondi anche in base alla epidemiologia. Mentre è stato sempre attuato il riparto dei fondi, basato solo sulla demografia che ha penalizzato la Calabria e in genere il sud. Prova di ciò è il fatto che nel 2016, per come dichiarato dall’allora presidente della Conferenza Stato Regioni (che ripartisce i fondi sanitari alle regioni) on. Bonaccini è stata fatta una “parzialissima” modifica dei criteri di riparto basandola anche sul concetto della “deprivazione” cioè sui reali bisogni delle popolazioni. Con questa parzialissima modifica la Calabria ha avuto nel 2017 ben 29 milioni di euro in più del 2016 e tutto il sud ben 418 milioni in più. Considerando che la modifica era parzialissima si può stimare che se fosse stata completa quei 29 milioni si sarebbero moltiplicati almeno per quattro e, considerando che la ripartizione “scorretta” verso la Calabria dura da più di 20 anni, è facile calcolare che ai malati calabresi sono stati sottratti più di due miliardi di euro. Ed è per questo che non abbiamo avuto i fondi per attivare i centri di eccellenza per cui, ogni anno sono più di duecento milioni di euro che i calabresi spendono per le cure fuori regione, ripianando cosi i bilanci delle regioni del NORD. Quindi la Calabria con più malati cronici ha avuto fondi sanitari insufficienti per cui a causa del disavanzo ci è stato imposto nel dicembre 2009 il piano di rientro sanitario e nel 2011 il commissariamento. Piano di rientro, imposto (sotto la sorveglianza del Ministero dell’Economia) ulteriori risparmi sulla spesa per la salute dei calabresi ed è per questo che nonostante 15 anni di piano di rientro, 13 anni di commissariamento, 5 anni di commissariamento tutte le ASP calabresi e dei suoi tre maggiori ospedali, abbiamo un punteggio nei LEA (livelli essenziali di Assistenza) rispettivamente per l’area della Prevenzione e della Medicina Territoriale di 36 e 38 punti, la sufficienza è un punteggio di 60 punti l’ottimale e di 100 punti, e arriviamo appena alla sufficienza, 64 punti, per i LEA Ospedalieri. Ad aggravare la situazione dei malati calabresi, e della loro prospettiva futura, è che proprio mentre i commissari della ASP di Vibo Valentia comunicavano quanto sopra, l’Agens comunicava una condizione desolante della sanità calabrese e in particolare ha reso noto che le ASP di Crotone e di Vibo Valentia sono in graduatoria nelle ultime cinque posizioni sui 112 ASP validate.
Sinistra Italiana invita Presidente Occhiuto a chiedere, in sede di Conferenza delle Regioni, che la ripartizione dei fondi venga fatto in base alla epidemiologia e non basato sulla demografia. Inoltre, sollecitiamo il Presidente Occhiuto a chiedere al Governo centrale la chiusura dell’ingiusto Piano di Rientro che dura da 13 anni, 5 anni di commissariamento delle 5 ASP calabresi e 5 anni dei suoi tre maggiori ospedali regionali. In questo lungo periodo si sono registrati solo sprechi e disservizi a danno dei cittadini calabresi, limitando in maniera preoccupante il diritto alla salute.