L’ultimo fine settimana di luglio, ha visto la città di Siderno protagonista di molti avvenimenti. Uno tra questi, è stata la mostra fotografica organizzata dalla formazione politica “Siderno 2030” presso Palazzo Malgeri, in cui è stato possibile ammirare le splendide stanze di Palazzo Commendatore Malgeri che per l’occasione ha ospitato la collettiva fotografica “Siderno Nascosta”.
Sono stati tre giorni intensi per la città di Siderno. Tanti gli avvenimenti che sono stati organizzati nell’ultimo fine settimana di luglio. Uno tra questi, è stata la mostra fotografica organizzata dalla formazione politica “Siderno 2030”, presso Palazzo Malgeri.
Col Patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Siderno, il 29-30-31 Luglio è stato possibile ammirare le splendide stanze di Palazzo Commendatore Malgeri che, per l’occasione, ha ospitato la collettiva fotografica “Siderno Nascosta”.
Appena varcata la soglia, ho respirato un’aria diversa come se mi trovassi in un’epoca lontana, negli antichi palazzi dell’800, in cui si organizzavano balli, con i cavalieri che invitavano a ballare le dame. Tutto intorno c’era una Siderno che dava l’impressione che si fosse svegliata dal letargo. Una volta entrata all’interno delle stanze, ha prevalso lo stupore, per le innumerevoli foto presenti. Foto che, davvero, raccontavano di una Siderno nascosta o, forse, dimenticata. Scorci di paesaggi, angoli della città, persone del luogo, insomma un mondo davvero ricco di sfumature, in cui è stato possibile scoprire, anzi riscoprire la parte più bella della nostra città e, soprattutto, renderci conto che Siderno merita molto di più, ovvero una valorizzazione ancora più intensa.
Scopriamo l’origine di questo palazzo veramente incantevole.
Il nome Malgeri era già in uso presso i Normanni. Si hanno notizie sin dall’ XI secolo di un Malgerius, fratello minore di Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo e di un altro terzogenito di Ruggiero re di Sicilia. Nel 1635, è documentata la presenza di un certo Giovanni Malgeri a Bova e, quasi contemporaneamente, lo stesso cognome compare a Grotteria. I due rami mantengono lo stesso stemma: Leone rampante su un tronco di quercia, stemma ancora visibile nel pavimento della cappella di famiglia di Grotteria, dove Malgeri si sono distinti come artefici della vita culturale. Dal notaio Giuseppe Malgeri che sposa Rachele Pellicano di Gioiosa Jonica nasce Antonio, marito di Erminia Oppedisani da Mortone. Quest’ultima nasce da Teresa unica erede, da parte di materna, della famiglia Belcastro. La donna sposa diciottenne Domenico Trapassi, siciliano benestante. Rimasta vedova, ancora molto giovane si risposa con Leopoldo Oppedisani imparentato con il Larosa di Canolo dei quali acquista questa casa che lascerà alla figlia Erminia e l’immobile viene ristrutturato dal marito Antonio Malgeri, nel 1924, in un tardo Liberty, mantenendo le caratteristiche migliori di tale stile, evitando eccessi. La facciata è caratterizzata da sobrie lesene che suddividono i balconi, montati da eleganti timpani. Interessante il cortile interno, caratterizzato da una forma ottagonale. I lavori sono proseguiti per diversi anni. Oggi, il palazzo appartiene ad Antonella Oliva, componente della famiglia Malgeri.
Una volta uscita da Palazzo Malgeri, mi sono voltata un’ultima volta per racchiudere nella mia memoria tutta la bellezza che avevo visto al suo interno; poi ho proseguito osservando il mio paese, fiduciosa perché se ci sarà la volontà di persone competenti, allora la rinascita può diventare qualcosa di concreto.