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mercoledì, Marzo 12, 2025
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Siderno: l’opera del giovane Girolamo Gullace diventa permanente

Girolamo Gullacce, il giovane studente del Liceo Artistico di Siderno, ha progettato e modellato un’opera, intitolata “Il cuore della vita”. In occasione dell’evento “Città in Rosa”, l’opera esposta è diventata un’installazione permanente nella centralissima Piazza Portosalvo a Siderno. Per l’occasione erano presenti anche la Sindaca Mariateresa Fragomeni e dall’Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità Francesca Lopresti.

Grande soddisfazione per il Liceo Artistico di Siderno, sede del Polo Liceale “Zaleuco – Oliveti – Panetta – Zanotti”, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, che ha visto l’opera dello studente Girolamo Gullace, della classe III B, intitolata “Il cuore della vita”, diventare installazione permanente nella centralissima Piazza Portosalvo a Siderno, in occasione  dell’evento “Città in Rosa”, venerdì 7 Marzo, promosso dal Sindaco Mariateresa Fragomeni e dall’Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità Francesca Lopresti, contro la violenza di genere. Insieme allo studente menzionato hanno partecipato anche allievi del Triennio, accompagnati da diversi docenti e dalla referente di plesso, professoressa Rosamaria Ritorto.

Girolamo, seguito nel suo percorso di realizzazione artistica dai docenti: professore Giuseppe Barreca e dal professore Attilio Papandrea, ha avuto la soddisfazione vedere una sua opera diventare punto di riferimento cittadino, ma anche spunto di riflessione su una tematica toccante come la violenza di genere, per la quale aveva avuto un importante riconoscimento nel corso dell’evento del 25 Novembre scorso, durante una mostra, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Un grande esempio di partecipazione civile e sociale verso una piaga che ancora ci trafigge e ci addolora, compiuto attraverso l’arte, simbolo di libertà, bellezza, massima espressione creativa.

Un messaggio che non deve fermarsi e possa portare tante donne a trovare il coraggio di denunciare, di uscire dalla dipendenza emotiva in cui si sono intrappolate. La lotta contro la violenza di genere richiede un impegno collettivo, per promuovere l’uguaglianza, educare e creare una società in cui tutte le persone siano libere dalla violenza e dalla discriminazione. Per contrastare un fenomeno così radicato nella società, da un livello macro a quello micro, il cambiamento può avvenire soltanto con interventi distinti, ma interconnessi: sul piano sociale e comunitario, con azioni volte sia a prevenire che a garantire diritti, sul piano individuale, con un lavoro mirato, in cui l’individuo si assume le responsabilità delle proprie azioni e impara a riconoscere e gestire le dinamiche, le relazioni e i vissuti emotivi sottesi al comportamento violento. Il silenzio è la forma peggiore di accettazione ed è per questo che la violenza contro le donne è un tema ampiamente dibattuto ai nostri giorni.

Non basta, però, ricordare ciò, in una giornata dedicata, bisogna arrivare ad un cambio di mentalità, rendere le donne sensibili, anche verse quelle piccole cose quotidiane, che sembrano prive d’importanza, ma che sono campanelli d’allarme prima dell’irreparabile. Bisogna dare forza e discernimento al cuore di una donna, perché attraverso di esso abbraccia la vita, la dona, la custodisce, la fa sua. Sì, prima che “testa” la donna è “cuore”, ed è con il cuore che genera i pensieri più sublimi, i sogni più elevati, come quelli che hanno guidato Rita Levi Montalcini, Grazia Deledda, Marie Curie, Maria Montessori, Ipazia d’Alessandra e tantissime altre. La storia non è fatta solo di uomini illustri, ma anche dal coraggio culturale e sociale di donne che hanno dato alla storia sapore, profondità e singolare straordinarietà. Un plauso a queste iniziative, che mettono le nuove generazioni in primo piano, perché a loro spetta di costruire un domani senza discriminazioni.

“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato” (Elie Wiesel)

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