In occasione della “Giornata della Memoria, istituita nel 2005, abbiamo intervistato Roberta Minnici, una ragazza di Siderno, oggi sedicenne, ma che all’età di 13 anni ha scritto un libro sugli eventi tragici della Shoah. Una dimostrazione di come la sensibilità dei giovani varca e distrugge la cattiveria degli adulti.
In occasione della Giornata della Memoria, il tuo libro “Lì dentro”, racconta i tragici eventi della Shoah. Com’è nato il tuo interesse per questo evento tragico della storia?
L’interesse per la storia c’è sempre stato, ovviamente si è amplificato con il passare degli anni con la consapevolezza, la crescita, però di base c’è sempre stato. In particolare, l’attenzione per questo periodo storico deriva dai racconti di mio nonno, che è nato nel 1933, ed ha vissuto questo periodo. Mi ha sempre raccontato di queste vicende, fin da quando ero molto piccola; infatti, sono cresciuta con i suoi racconti.
Per questo il tuo primo libro tratta un tema così delicato?
Si, per i racconti di mio nonno, racconti visti con gli occhi di un bambino. Soprattutto è stato interessante ascoltare queste vicende da una persona che li ha vissuti; invece, studiando storia ero abituata a sentirli in terza persona.
Quanto c’è di te in Elisa, la protagonista del tuo libro?
In realtà molto poco. La maggior parte degli autori tende a dare ai protagonisti delle caratteristiche proprie; io, invece, mi sono resa conto di fare il contrario o meglio di mettere le mie caratteristiche in personaggi che non sono i principali.
A volte, si dice che gli adolescenti sono superficiali, poco interessati a ciò che conta davvero. Come rispondi a queste considerazioni?
Mi rendo conto che ci sono tantissimi adolescenti che non rientrano in questi canoni, però devono sentirsi giudicati, soltanto perché si dice che i giovani non abbiano voglia di fare niente. In realtà, tantissime persone hanno dimostrato che ciò non corrisponde alla realtà; però continuano ad essere giudicati per l’età. Secondo me, è una delle cose più stupide che una persona possa fare, perché si crede che sia giovane e, per questo, non capisca la vera realtà del mondo. Magari tante persone che hanno questi pensieri si dimenticano che anche loro sono stati giudicati perché giovani. Faccio un esempio pratico: i giovani negli anni ’70, forse, venivano criticati perché si lasciavano crescere i capelli, però le persone della generazione prima non approvavano questa scelta, perché cresciuti con l’ideologia che i maschi dovessero portare i capelli corti. Quindi, non è assolutamente un difetto di adesso, ma sicuramente va sdoganata.
Questa mattina, nella sala consigliere del comune di Siderno, è stata commemorata la Giornata della Memoria. Che emozioni hai provato in questa occasione?
L’esperienza di questa mattina è stata bellissima e mi ha permesso di incontrare delle persone meravigliose che mi hanno aiutata ad avere il mio spazio. È stato bello sentire i racconti delle persone presenti, ed ascoltare il messaggio di Liliana Segre. Inoltre, mi è stato regalato un disegno fatto da un internato di un campo, un regalo doppiamente bello, soprattutto perché il signore che me l’ha donato, mi ha confessato che in realtà l’aveva portato per un’altra persona, tuttavia è rimasto talmente colpito dal mio modo di parlare che ha deciso di regalarlo a me.
Liliana Segre ha detto ai giovani: “Quando andata ad Auschwitz non parlate di gita”. Come commenti?
Mi trovo estremamente d’accordo con quello che ha detto. Io non mi capacito di come qualcuno riesca ad andare ad Auschwitz e farsi selfie e mangiare. Vorrei aggiungere che alla senatrice mi lega un dolce ricordo: a lei ho mandato una copia del mio libro e, da lei ho ricevuto come risposta un biglietto firmato da lei.
Oggi hai 16 anni, frequenti il liceo classico, in passato hai frequentato la scuola media “Corrado Alvaro”, dove i tuoi ex professori ti seguono e sono orgogliosi di quello che hai fatto. Che ricordi hai di quegli anni?
Con il mio temperamento la scuola è sempre stata, per me, un’altalena. Momenti in cui magari riuscivo ad andare meglio, altri in cui tiravo fuori il mio lato un po’ esuberante, un temperamento abbastanza vulcanico. Magari si tende a pensare che chi fa delle cose importanti, così giovane, sia una persona molto calma, brava a scuola. Io, invece, sono la testimone vivente del fatto che questa cosa non sempre sia vera, il che ci fa capire perché non dovremmo abolire i pregiudizi.
Da adolescente come giudichi i tuoi coetanei e il mondo degli adulti?
Credo con il tempo di aver imparato ad apprezzare anche la mia generazione, perché prima mi ero un pò allontanata, forse per il fatto di avere degli interessi che vanno oltre quelli che normalmente sono quelli comuni della mia generazione. Questo mi ha portato ad allontanarmi dalla mia generazione, mentre adesso sono arrivata alla consapevolezza del fatto che in ogni generazione ci sono persone diverse. Di conseguenza, è giusto che chiunque abbia i suoi punti in comune e non.
Pensi che ci sia abbastanza attenzione e sensibilità sulla Shoah, per evitare che gli orrori della storia di possano ripetere?
Sicuramente l’attenzione è cresciuta tanto, anche perché la Giornata della Memoria è stata istituita solo dal 2005. Senza dubbio c’è più sensibilità rispetto al passato, però c’è ancora tanta strada da fare. Si può raggiungere una sensibilità più alta.
Hai in cantiere un nuovo libro?
Si, una saga sulla storia dei Romanov e della caduta della monarchia in Russia.