fbpx
venerdì, Aprile 18, 2025
spot_img
Homeattualità“SiAmo Bovalino”: legalità formale e legittimità sostanziale

“SiAmo Bovalino”: legalità formale e legittimità sostanziale

Negli anni di amministrazione “targata Agave” si è consolidata nel Comune di Bovalino una prassi tanto formalmente legittima quanto sostanzialmente distorsiva: l’abuso sistematico dell’affidamento diretto a un solo operatore economico, spesso con importi inferiori – anche di poche decine di euro – alle soglie che imporrebbero procedure più trasparenti e competitive.

Nonostante l’Amministrazione comunale continui a giustificarsi, tentando di attribuire ogni decisione agli uffici, è evidente che non si tratta di mere questioni tecniche, ma di una mancanza di indirizzo politico chiaro e coerente che, per modalità e frequenza, non può non suscitare qualche legittima perplessità. La legge, è vero, consente questa modalità entro soglie ben definite. In tempi di emergenza, tra COVID e PNRR, il legislatore ha ulteriormente ampliato i margini per velocizzare le procedure. Ma questa “flessibilità” normativa, pensata per affrontare situazioni straordinarie, è stata trasformata nel tempo in un’abitudine consolidata, in un uso sistematico che ha compromesso princìpi fondamentali: trasparenza, rotazione, parità di trattamento. La legge non può diventare un alibi per evitare la concorrenza, sottrarsi alla trasparenza o – peggio ancora – aggirare regole non scritte della buona amministrazione.

Lo ha chiarito anche l’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione: quando si interpella un solo operatore, viene meno ogni incentivo a offrire condizioni migliori. Senza concorrenza, non c’è mercato. E senza mercato, aumentano i costi, senza garanzia di una qualità superiore.

Del resto i numeri parlano da soli: nei pochi casi in cui il Comune di Bovalino ha scelto di bandire gare aperte, i ribassi offerti dalle imprese hanno spesso superato il 30%. Negli affidamenti diretti con unico operatore, invece, i ribassi sono stati quasi sempre prossimi allo zero, se non del tutto assenti. Una differenza che, proiettata sui sette anni di gestione di questa amministrazione comunale, equivale a decine – se non centinaia – di migliaia di euro sottratti a servizi, opere, investimenti per la collettività.

Come detto non si tratta di scelte tecniche, ma di assenza di indirizzi politici. Un “metodo” che, pur restando nei limiti della legalità formale, ne svuota il senso, riducendo la pubblica amministrazione a un terreno opaco, dominato da relazioni privilegiate e risultati mediocri. Chi amministra ha il dovere non solo di rispettare la legge, ma di interpretarla con responsabilità, traducendola in scelte coerenti con i principi costituzionali della trasparenza, dell’imparzialità, della concorrenza, dell’economicità.

L’affidamento diretto in assenza di procedure comparative, previsto dal legislatore entro precise soglie, non può diventare la regola, né tantomeno lo strumento ordinario per eludere le procedure aperte e il confronto competitivo. Quando ciò accade, si svuota il principio di buon andamento sancito dall’art. 97 della Costituzione – spesso richiamato “a parole” negli atti di indirizzo di questa Amministrazione comunale, ma raramente rispettato nei fatti – e si altera il fragile equilibrio tra legalità formale e legittimità sostanziale dell’azione amministrativa.

L’efficienza di una pubblica amministrazione si misura anche nella capacità di garantire il miglior risultato possibile al miglior costo sostenibile, nel rispetto dell’interesse pubblico. Un obiettivo che, in questi anni, è apparso progressivamente sacrificato a favore di logiche diverse, meno trasparenti e distanti dai princìpi di imparzialità e concorrenza sanciti dalla nostra Costituzione.

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI

Le PIU' LETTE