Roberto Saviano, giornalista e scrittore, gradirebbe che Mimmo Lucano venisse insignito del Nobel della Pace 2022. Il preludio, a questa sua richiesta, la si poteva nitidamente cogliere tra le righe di una “paginata” pubblicata dal Corriere della Sera il 14 dicembre dell’anno appena in soffitta, nella quale spiegava perché difendeva “il modello Riace e Lucano”.
Roberto Saviano, giornalista e scrittore, non ha mai nascosto la sua simpatia per Mimmo Lucano, e ne è stato, da subito, un convinto sostenitore, non esitando a criticare aspramente e pubblicamente la sentenza con la quale, mesi fa, il Tribunale di Locri ha condannato l’ex sindaco di Riace a tredici anni di reclusione. Oggi Saviano va al di la della semplice solidarietà manifestata attraverso i media e si spinge a chiedere per Lucano il Nobel per la Pace. Il preludio a questa sua richiesta, la si poteva nitidamente cogliere tra le righe di una “paginata” pubblicata dal Corriere della Sera il 14 dicembre dell’anno appena in soffitta, nella quale Saviano spiegava perché difendeva “il modello Riace e Lucano”. Riproponiamo qui i passaggi a nostro giudizio più significativi di quell’intervento.
“Il modello Riace ci ha insegnato che l’accoglienza fa bene non solo a chi è accolto ma anche a chi accoglie. Ha rappresentato per anni l’alternativa ai casermoni, alle palestre, agli hotel affittati in cui disperati vengono stipati speculando sul cibo che poi risulta riso e acqua. Riace ha dimostrato che è possibile accogliere là dove noi emigranti abbiamo lasciato terra abbandonata, qualche volta anche bruciata. Insomma è la prova provata che accogliere può significare rinascita sociale, economica e anche politica”… “Quando il modello Riace accoglieva “a pieno regime”, in paese lavoravano circa 100 persone, almeno 80 riacesi di nascita: praticamente l’impatto occupazionale della Fiat, in un paese di circa 1.700 abitanti. Nella Riace di Lucano non si pagava l’Irpef comunale e nemmeno l’occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali. Lo scuolabus nelle contrade era gratis. La carta di identità non si pagava (di questo Lucano è stato accusato per danno erariale). I riacesi pagavano solo la tassa dei rifiuti, l’Imu sulle seconde case e l’acqua in misura ridottissima visto che l’autonomia della sorgente aveva sottratto il Comune dai prezzi della Sorical…
Nella Calabria del disastro sanitario, il modello Riace ha portato fin li un ambulatorio medico (Jimuel) al servizio non solo dei beneficiari dei progetti, ma di tutto l’hinterland scoperto da qualunque servizio pubblico sanitario. Per tutto questo il modello Riace non lo definirei un modello per migranti; è assai più calzante parlare di “modello di cittadinanza” e non solo quindi di accoglienza. Un modello efficace con cui lo Stato risparmia. Risparmia quando non si pagano affitti esorbitanti per mega strutture in cui depositare la gente, come ville e hotel. Risparmia quando non si ricorre alle banche pagando gli interessi per i ritardi ministeriali…I “bonus” adottati a Riace per sopperire ai ritardi del ministero, venivano consegnati direttamente ai beneficiari che erano così liberi di fare la spesa loro stessi sul territorio, eliminando l’orribile meccanismo di dipendenza delle buste della spesa che abitualmente gli operatori consegnano ai rifugiati. I famosi 35 euro al giorno (quelli su cui la destra ha costruito tanta propaganda) a Riace non venivano usati in modo assistenziale e parassitario, ma investiti per creare posti di lavoro, istituire borse di lavoro. E questo ha portato una ricaduta sul territorio…
Se tutto questo è stato possibile a Riace, nell’entroterra calabrese, è possibile ovunque…E’ tutto qui il punto: in quella “ricaduta sul territorio” che ha portato la Regione Calabria ad approvare quel modello con la legge n. 18 del 2009, un tentativo di estendere ad altri borghi della regione questo modello di rinascita…
Chiariamo subito un equivoco insopportabile: Mimmo Lucano è accusato (anche) di “peculato” ma non si è messo in tasca un euro, è trascritto nei verbali del processo. Mimmo Lucano non è accusato di avere rubato per sé, ma di avere “mal gestito” i fondi dell’accoglienza. Per quanto mi riguarda di averli usati troppo bene! Ma questo il nuovo grado di giudizio spero lo chiarirà. Da virtuoso a criminale, in poco più di dieci anni….
Oggi Riace è il luogo della distanza tra legalità e giustizia, ricorda al paese che “legale” non basta, bisogna che sia anche “giusto”. Dopo l’assedio e la chiusura, tornando a Riace non salta agli occhi solo l’assenza di qualche decina di rifugiati, manca proprio il tessuto sociale, il tessuto di vita. E’ tornato ad essere uno dei tanti paesi dell’entroterra calabrese, del meridione”. Per questo, e per ridare forza alla speranza ed alla rinascita di un modello che nonostante tutto continua ad essere preso ad esempio in Italia e nel mondo, Roberto Saviano (e non solo lui, ma con lui in tanti…) gradirebbe che Mimmo Lucano venisse insignito del Nobel della Pace 2022.