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venerdì, Novembre 22, 2024
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Sanità pubblica in Calabria: Quel… purtroppo, avverbio usato maliziosamente?

Nessuna Giunta regionale degli ultimi 25 anni ha voluto metterci mano, sulla questione della sanità, preferendo la ‘comodità’ del commissariamento. Il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha già avviato dei provvedimenti per riorganizzare amministrativamente la sanità con un’unica azienda regionale e mettere fuori giuoco la miriade di centri di spesa, vere e proprie ‘signorie’ protette dalla cattiva politica che hanno infognato la situazione.

Non si tratta di una questione: è la questione cardine su cui nessuna Giunta regionale degli ultimi 25 anni – di cdx o di csx – ha voluto metterci mano, preferendo la ‘comodità’ del commissariamento, parliamoci chiaro, contrastato a parole o con minacce eclatanti (ricordate un ex Presidente pronto ad incatenarsi a Palazzo Chigi?), boatos per confondere i calabresi onesti e perbene, i bisognosi di cure. “Purtroppo anche quest’anno la cassa della Regione Calabria non è sostanzialmente migliorata”. 

Purtroppo, l’avverbio usato (maliziosamente?) dalla Corte dei Conti nella sua ultima Relazione sullo stato della finanza della Regione, significa disgraziatamente, o sfortunatamente, insomma un accidente, un imprevisto, cose che capitano. Ma il caso c’entra poco con il disastro in cui si trascina la sanità pubblica in questa regione, i cui costi lievitano in maniera pazzesca e insopportabile, fino a mangiarsi ormai oltre il 60% del Bilancio annuale, numeri da spezzare le reni a qualsiasi attività d’impresa. 

“Il saldo riscossioni/pagamenti – scrive la Procura regionale- è notevolmente migliorato rispetto al 2019, in virtù del maggior afflusso di liquidita derivato dai provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza sanitaria da Covid- 19”. 

C’è di che ringraziare persino il morbo, allora, se siamo riusciti a puntellare l’edificio, una ‘pezza’ arrivata provvidenzialmente, una goccina d’acqua, giusto per alleviare l’amaro veleno che sale dalla pancia della malagestio di anni fuori controllo, di sperperi voluti, creati apposta, per fottersi la ‘cassa comune’! E i calabresi, quelli che la mattina all’alba stanno in fila per un prelievo, per un certificato, una radiografia, una eco, una Tac? Possono aspettare…

“La disponibilità di cassa al 31 dicembre 2020 – continua il Procuratore della magistratura contabile – è in parte vincolata per pignoramenti e il dato complessivo dei vincoli (103,559 milioni) risulta aumentato rispetto al dato dell’esercizio 2019 (97,301 milioni); di conseguenza anche la quota libera, pari a oltre 165,463 milioni, è uno dei valori più bassi dell’ultimo quinquennio”. Poi la botta finale del ragionamento: “Nell’esercizio finanziario 2020 la gestione di cassa di competenza è positiva, mentre la gestione di cassa in conto residui è negativa, circostanza sintomatica di ritardi nei pagamenti”.  

Ritardi dei pagamenti e pignoramenti fanno venire in mente il quesito se sia nato prima l’uovo o la gallina: si inseguono, si duplicano, si triplicano, un vortice bulimico inappagabile. E intanto: ”Signora – risponde sconsolata l’impiegata del Cup ad una giovane donna in ‘attesa’ – la prossima ecografia tra sei mesi..”, magari , nel frattempo, avrà pure partorito…  

“Finché non ci sarà un effettivo governo delle aziende sanitarie – chiosa il Procuratore contabile – il problema della sanità calabrese non potrà risolversi, e ciò nonostante la Regione abbia da tempo trasferito copiose risorse al sistema sanitario”. 

Inattendibilità e conseguente sottostima del deficit sanitario, hanno anche nomi e cognomi, responsabilità dirette e di sistema, situazioni lasciate volutamente marcire e di cui solo da qualche anno se ne coglie la reale gravità grazie ai controlli della Guardia di Finanza e non già per il lavoro di chi è preposto e con lauti stipendi, a tenere sui binari un treno lasciato correre senza controllo: per interesse ‘politico’, in prima istanza. Interesse ‘politico’, fatto di nomine ‘usi ad obbedir… facendo’, compiacenze, mafia, ignoranza autorizzata, voto di scambio e poi lo STATO, in maiuscolo, rappresentato dalle Prefetture in prima istanza, e dai commissari ‘gallonati’, planati in Calabria solo per ‘nnaccare il bambino’ e autoliquidandosi spettanze che neppure il Governatore della Banca d’Italia!

“In primis – evidenzia la Corte dei Conti – ciò è legato alla situazione dell’Asp di Reggio Calabria, dove dal 2013 esiste una contabilità non fondata su documenti amministrativi che rende impossibile ricostruire il quadro debitorio dell’azienda, una situazione debitoria potenzialmente dirompente, con passività che potrebbero toccare i 500 milioni”.  Potrebbero…

Eppure anche in via Diana, una traversa del Corso Garibaldi di Reggio Calabria, dove ha sede la direzione dell’Asp (o il ‘generalato’, o il ‘prefettorato’ a seconda del corpo…) ci sono stati per anni i ‘consulenti’ della blasonata multinazionale KPMG senza cavare un ragno dal buco, una paginetta di numeri attendibili! Ma siamo in Calabria e tutti zitti e a girarsi dall’altro lato, anche chi è pagato per controllare. Non conosco precisamente l’ammontare del valore del quantum corrisposto dalla Regione Calabria a KPMG, ma di una cosa sono certo: se la società di consulenza si fosse comportata così anche in altri scenari imprenditoriali, l’avrebbero da tempo…messa a sedere; mentre “… la situazione debitoria delle Aziende sanitarie e ospedaliere ammonta complessivamente ad oltre 1 miliardo 174 milioni di euro. E il ritardo con cui – attestano i giudici contabili – le aziende sanitarie e ospedaliere del Ssr calabrese effettuano i propri pagamenti determina ingenti interessi moratori che incidono negativamente sui risultati finanziari”. 

Con riferimento al contenzioso, si legge ancora, “il totale ammonta ad oltre 481,21 milioni di euro. In definitiva, sul sistema sanitario calabrese continua a incidere fortemente il contenzioso con i correlati oneri aggiuntivi”. Oneri aggiuntivi…

Ed ancora: “Svariate criticità sostanzialmente permangono: carenze di effettivo supporto alla struttura commissariale; carenze assunzionali; carenze nella gestione degli accreditamenti; gravi ritardi nell’approvazione del bilanci; insufficienza dei flussi informativi”.

Il Presidente della Regione, onorevole Roberto Occhiuto, ha già avviato dei provvedimenti, con l’ausilio essenziale di Governo e Parlamento, per evitare di consegnare i libri in tribunale, qualificare e omogeneizzare gli interventi, riorganizzare amministrativamente la sanità con un’unica azienda regionale e mettere fuori giuoco la miriade di centri di spesa, vere e proprie ‘signorie’ protette dalla cattiva politica che hanno infognato la situazione. Ovviamente ci vorrà tempo, ma i segnali contano. 

Filippo Diano

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