Il Tar del Lazio ha respinto un ricorso proposto dall’ex Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Valerioti.Il Tar del Lazio ha respinto un ricorso proposto dall’ex Amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Valerioti.
I giudici hanno ritenuto che «la Prefettura e, a seguire il Ministero dell’Interno, hanno ricostruito con sufficiente chiarezza e precisione un quadro indiziario dell’esistenza di un forte condizionamento della locale criminalità organizzata sull’amministrazione che le censure dei ricorrenti non sono in grado di scalfire, anche tenuto conto che molte di esse sono generiche, per espressa ammissione degli esponenti e non risultano essere state meglio specificate e articolate pur dopo aver preso visione degli atti riservati in versione integrale».
Credibili, per il Tar, sono le valutazioni dei fatti contestati, i quali «rendono plausibile, nella concreta realtà di quel territorio e in base ai dati informativi acquisiti, l’ipotesi quanto meno di una soggezione di amministratori o di dipendenti comunali rispetto a certe logiche: situazioni che peraltro non si traducono necessariamente in comportamenti penalmente sanzionabili imputabili a singoli amministratori o dipendenti. Le censure dei ricorrenti non sono in grado di dimostrare che la presenza delle organizzazioni criminali citate non abbia gravato sulla vita sociale e politica della comunità».
Dall’esame complessivo di tutte le circostanze evidenziate nel provvedimento contestato «è possibile ricavare la ragionevolezza della ricostruzione del quadro di condizionamento ‘ndranghetista, assunto nel caso di specie come presupposto per lo scioglimento dell’organo consiliare.