Oltre i danni per l’impresa, la possibile chiusura del servizio mensa, mette a rischio i 30 dipendenti. Riportiamo l’appello del Csa-Cisal a Occhiuto: «Servizio d’eccellenza. L’amministrazione regionale non può rimanere indifferente»
Il servizio ristorazione della Cittadella Regionale gestito dall’azienda Ristorart Toscana Srl potrebbe sparire nel giro di breve tempo, l’appalto è a rischio chiusura. Il servizio, che include quello bar, il veloce ristoro e la ristorazione vera e propria sta lavorando pe gli ultimi giorni. A darne notizia è il sindacato CSA-Cisal. «Una doccia fredda per le lavoratrici e i lavoratori impiegati presso Cittadella regionale e per gli stessi visitatori esterni che si vedrebbero improvvisamente privati di un servizio oramai storicizzato. Inaugurato il 18 aprile 2018 e considerata un fiore all’occhiello per la Calabria, dai dipendenti e dagli ospiti che frequentano la Cittadella, la Regione perderebbe un punto di ristoro distribuito su uno spazio di 1600 metri quadrati. Da quanto appreso, l’azienda ha deciso di tirare i remi in barca».
«I costi di mantenimento dell’intero impianto allestito all’interno della Cittadella (bar, mensa, cucina, sala ristorante), sembrebbero non essere più sostenibili in ragione di un incasso quotidiano sempre più in contrazione dall’arrivo della pandemia – continua il sindacato –. A pesare non sarebbero soltanto i forti rincari dell’energia e delle materie prime alimentari ma anche una forte contrazione di utenza (dipendenti e non) a causa dello smartworking. Pur non volendo entrare in dinamiche che attengono al rischio di un’impresa privata, è di tutta evidenza che l’Amministrazione regionale non può rimanere indifferente di fronte al rischio chiusura di un servizio così importante, che è stato più volte apprezzato dagli stessi lavoratori regionali e anche a livello istituzionale in occasioni rilevanti».
«Naturalmente – continua la nota – chiediamo che l’Amministrazione, che sarebbe stata messa a conoscenza dell’eventualità della chiusura già da parecchio tempo, non faccia orecchie da mercante, anzi faccia tutto il possibile per evitare che ai lavoratori regionali e agli utenti esterni sia di fatto (fatta eccezione per i distributori automatici) reso impossibile consumare un pasto o un caffè al bar. Naturalmente chiediamo un surplus di attenzione nei riguardi dei dipendenti della ditta privata che rischiano seriamente di rimanere senza stipendio. Sono in tutto trenta, suddivisi tra il servizio bar, mensa, cucina e pulizie. Anche questi lavoratori e le loro famiglie attendono di avere notizie sul loro destino occupazionale ed economico.
Nei loro confronti il sindacato CSA-Cisal «dimostra tutto il sostegno e la solidarietà del caso. Sarebbe inaccettabile lasciarli senza risposte. Rivolgiamo un appello al presidente Occhiuto, chiediamo all’amministrazione l’apertura di un confronto che coinvolga tutte le parti interessate, organizzazioni sindacali comprese, utile a cercare ogni possibile soluzione condivisa al fine di non disperdere la bontà del servizio finora offerto (rivolto non soltanto ai dipendenti regionali), quanto per evitare che l’epilogo sia una drammatica perdita di posti di lavoro. Serve immediatamente l’intervento del Presidente – aggiunge il sindacato – affinché si possa scongiurare il pericolo di ricorrere ai “vecchi ambulanti” che portavano il pasto caldo, panini, bibite e ogni altro genere alimentare in stile mercato rionale fuori dalla Cittadella regionale. Quel tempo – ci si permetta- è ampiamente superato. I diritti di dipendenti (e famiglie) che offrono un servizio di pubblica utilità vanno preservati, non lasciati chiudere».