Giorno 9 ottobre ci si è riuniti a Caulonia per parlare di sinistra e … .
Che senso ha autoconvocarsi quando è appena trascorso meno d’un mese dalle ultime elezioni politiche mentre le elezioni regionali si terranno tra quattro anni e non ci sono elezioni comunali in vista? La risposta sta nella domanda: vogliamo parlare di Politica quando non ci sono candidature o “nomine”.
Quando parlare di Sinistra significa introdurre nel lessico corrente parole cadute sostanzialmente in disuso come Pace, solidarietà, “Questione meridionale” e autonomia differenziata, “Patria”, Internazionalismo ed Europa, Libertà e Giustizia, attuazione della Costituzione e difesa dello Stato di diritto.
Quella che s’è riunita a Caulonia è una Sinistra sconfitta ma orgogliosa, dignitosa ed in piedi. Ferita ma non domata. Tra noi ci sono persone che hanno votato PD ed altri che hanno scelto di dare il voto ai raggruppamenti della Sinistra “radicale”, alla lista di Calenda o ai “Cinque Stelle”. E nessuno può dare lezioni.
Il dibattitto m’è sembrato ricco, vivace, ma composto, civile e tollerante. Anche in questo caso il metodo coincide con il fine che è quello di non individuare “nemici” e di non” bruciare le streghe” quanto di recuperare l’umiltà perduta, riflettere sugli errori fatti, comprendere di metterci tutti in discussione.
La bozza di documento-base è stata arricchita dai molteplici interventi che hanno evidenziato, come è giusto che fosse, diversità di analisi e di vedute anche se tutti si sono riconosciuti nei valori della nostra Costituzione. Da questo punto fermo occorre ripartire.
I Partiti secondo la Costituzione sono fondamentali per una sana democrazia… ma purché siano tali devono essere organizzazioni DEMOCRATICHE di uomini e di donne e non centri di potere per caste ed oligarchie. A Sinistra sta per essere definitivamente dissipato un grande patrimonio di storie, competenze, esperienze, lotte e suffragi elettorali che viene da lontano.
Nell’interesse di tutti non dovremmo consentirlo… ma, piuttosto che mugugnare o sdegnarsi, dovremmo dare il nostro contributo perché, quantomeno a Sinistra, avvenga un radicale trasformazione dei partiti nel senso indicato dalla Costituzione Repubblicana secondo cui la sovranità appartiene al popolo.
Per farlo abbiamo una sola via: di far politica partendo dalla gente ed avendo i partiti come interlocutori.
Quale partito?
Quello che si aprirà al confronto con i problemi reali della gente, quello che sarà capace di far politica oggi e non tra cinque anni.
Concludo: nonostante la presenza degli autoconvocati all’incontro sia stata numerosa, qualificata e importante, le cose che si possono fare sono poche e bisogna di farle coniugando il “collettivo” all’individualità di ognuno.
Siamo una “non organizzazione” con la voglia di coniugare l’impegno con la leggerezza proprio per questo non ci sono ne diretti ne dirigenti. Ma occorre che ognuno abbia il massimo rispetto per le idee altrui.
Come detto nell’incontro si può partire da una manifestazione per la PACE e l’iniziativa sull’autonomia differenziata. In entrambe le iniziative, e in quante altre si pensa di mettere concretamente in cantiere il nostro ruolo dovrebbe essere quello del lievito nel pane. Non si vede ma è fondamentale. Per esempio, il tema della PACE riguarda tutti e tutti dovrebbero essere coinvolti.
- PS) Vorrei ringraziare il sindaco e l’assessore Antonella Ieraci per aver dato la disponibilità della biblioteca comunale da utilizzare in caso di maltempo; la Pathos per aver messo a disposizione la cassa e i microfoni e Gerardo Niutta per averli sistemati; e soprattutto il compagno Pietro Cursaro per aver pulito la villetta comunale prima della manifestazione.