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domenica, Novembre 24, 2024
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Reggio Calabria: un incontro su Giovanni Miani, l’alter ego di Indiana Jones

Il prossimo 6 settembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “L’alter ego di Indiana Jones e l’esploratore Giovanni Miani”.

La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino vedrà come gradita ospite la ricercatrice toscana Elena Pierotti. Giovanni Miani nacque a Rovigo il 17 marzo 1810 da padre ignoto e da Maddalena Miani, servente, sorella di Giovanni, un architetto dell’Arsenale di Venezia, e di Guglielmo, padre di Antonio, che comandò la prima conquista italiana del Fezzan nel 1913. Affidato alle cure di alcuni parenti della madre, che si era trasferita a Venezia al servizio del nobile P.A. Bragadin, trascorse i primi anni mal sopportato dalla famiglia che lo aveva accolto, cercando di imparare l’arte dell’intaglio in legno, prima di potersi ricongiungere nel 1824 con la madre. Partecipa ai Moti risorgimentali del 1848-’49 contro la dominazione austriaca, ma qualche giorno prima della definitiva capitolazione prende la via del volontario esilio. Raggiunge Costantinopoli e poi l’Egitto, dove per un periodo presta servizio come pedagogo e insegnante di francese e italiano. L’esploratore Giovanni Miani (1810 – 1872) è stato oggetto di interesse, nel passato, da parte di vari studiosi, soprattutto storici e geografi. Si tratta però di contributi lontani nel tempo, che non hanno mai affrontato complessivamente la sua singolare ed eccentrica personalità. Miani, infatti, rappresenta un caso anomalo nel panorama delle esplorazioni africane. Privo di preparazione specifica, senza mai avere esercitato nessuna vera attività, con una cultura approssimativa e disordinata, affrontò a più di quarant’anni la prova delle esplorazioni in terra d’Africa, cimentandosi con il più arduo e appassionante dei misteri geografici del tempo: l’origine del Nilo.

Dove e come abbia acquisito le conoscenze e gli strumenti per muoversi in un continente ancora in gran parte ignoto, rimane quesito che i contributi presenti in questo libro riescono solo in parte a sciogliere. Comunque sia, nel corso della sua prima spedizione, nel 1859, giunse più a sud di qualsiasi altro europeo, fallendo il sogno della vita solo perché fuorviato da false informazioni fornitegli dagli indigeni. Ma il tamarindo sul cui tronco incise le iniziali del suo nome, nell’attuale Uganda, indicato in tutte le carte geografiche del tempo come il Miani’s tree, è entrato di diritto nella storia dell’Africa. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 6 settembre.

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