Sei agenti della polizia penitenziaria, in servizio a Reggio Calabria, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del pm Sara Perazzan.
Le accuse contestate ai sei agenti, tra questi c’è anche il comandante della polizia penitenziaria, finiti agli arresti domiciliari, sono di tortura e lesioni personali aggravate ai danni di un detenuto dell’istituto penitenziario “Panzera”
Dopo il pestaggio, le guardie carcerarie avevano cercato di nascondere l’accaduto aggiustato carte, relazioni e referti; alla fine a tradirle sono stati i filmati delle videocamere di sorveglianza e le denunce dei detenuti e delle loro famiglie, che hanno raccontato alla magistratura delle violenze e degli abusi subiti. Ma ci sarebbero anche altri indagati e l’indagine sulla struttura di detenzione potrebbe quindi allargarsi ulteriormente.
Secondo quanto è stato ricostruito, il detenuto è stato massacrato di botte, con pugni e manganellate e, subito dopo, chiuso in isolamento. I fatti si sono verificati il 22 gennaio 2022, lo stesso giorno della visita dell’ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Mentre la guardiasigilli inaugurava l’anno giudiziario, all’interno del carcere, il detenuto Alessio Peluso aveva messo in atto una protesta, rifiutandosi di far rientro nella cella dopo aver usufruito dell’ora d’aria. A questo punto, la reazione delle guardie sarebbe stata violenta.