Reggio Calabria risponde all’appello lanciato nei giorni scorsi dalla Rete 26 Febbraio e, come in tante altre città italiane, sarà in piazza davanti la Prefettura, oggi, sabato 4 marzo marzo, dalle ore 15 per dire basta alle stragi nel Mediterraneo.
La Rete 26 Febbraio, nata a Crotone dopo il naufragio di Steccato di Cutro, sta presidiando da giorni il PalaMilone, dove sono ospitate le bare delle vittime di questa tragedia e sta costruendo una mobilitazione per chiedere giustizia per i familiari delle vittime e i superstiti del naufragio. Davanti a quelle bare l’unico messaggio doveroso da rivolgere al governo Italiano e all’Europa tutta è questo: la Calabria e tutto il sud Italia, non possono e non vogliono più essere il cimitero d’Europa.
Oltre al dolore, enorme, registriamo anche l’assurdo rimpallo di responsabilità tra autorità competenti, su chi poteva e doveva dare il segnale di soccorso nella notte di domenica e anche il vuoto istituzionale nel dare risposte immediate e concrete alle istanze dei familiari.
In questi giorni, si sta assistendo inermi allo strazio di file di parenti disperati, costretti a dover riconoscere i volti dei loro cari. Su molte delle bare c’è solo un codice, neanche un nome su cui piangere.
Per questo, come enti del terzo settore, sindacati, associazioni, comitati, ong, scuole, libere cittadine e cittadini chiedono a gran voce che le autorità inquirenti facciano presto chiarezza e giustizia. Continuano a garantire supporto ai familiari e ai superstiti, e pretendono finalmente una politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo congiunta ed effettiva tra tutti i Paesi. E che non ci siano più disparità nell’accoglienza dei profughi, da qualsiasi parte del mondo e guerra scappino.