Non è mia abitudine parlare o scrivere dei miei lavori professionali. Preferisco che siano sempre gli altri a commentare e giudicare. Questa volta, però, l’importanza dell’opera, i risultati raggiunti e l’apprezzamento generale, m’impongono di fare un doveroso ringraziamento a quanti hanno contribuito a rendere speciale un lavoro di restauro e di adeguamento liturgico molto importante per la Diocesi di Locri-Gerace. Mi riferisco, ovviamente, alla Chiesa Cattedrale S. Maria del Mastro in Locri riaperta al culto lo scorso 22 dicembre.
Senza entrare nel merito dei problemi tecnici e delle soluzioni adottate voglio qui ringraziare S.E. il vescovo monsignor Francesco Oliva e don Fabrizio Cotardo per la fiducia accordatami affidandomi l’incarico di progettazione e direzione dei lavori; l’Impresa 3Effe del geometra Marco Femia di Locri per aver eseguito le lavorazioni con senso di responsabilità e competenza, la ditta Fuda Marmi di Siderno per aver realizzato le opere in marmo relativamente ai fuochi liturgici nel rispetto delle mie indicazioni progettuali superando tutte le difficolta di esecuzione e di ordine pratico in fase di installazione; il direttore di cantiere per conto dell’Impresa, architetto Luigi Scaramuzzino, che ha contribuito alla soluzione pratica e tecnica di ogni singolo intervento; l’ingegnere Antonio Barreca per il progetto elettrico e illuminotecnico; l’ingegnere Biagio Pisano per la consulenza strutturale; l’ingegnere Gianluca Ussia e l’azienda Fibre Net S.p.A. di Pieve di Udine per la consulenza e l’innovazione tecnologica suggerita. Un grazie, inoltre, a tutti gli operai, dipendenti aziendali, artigiani e consulenti aziendali il cui elenco sarebbe molto lungo. Una menzione speciale per l’artista Leo Sergi che ha realizzato le vetrate artistiche dell’abside e alle suore del Piccolo Eremo delle Querce di Crochi in Caulonia per le meravigliose opere iconiche poste nel presbiterio. Un doveroso ringraziamento anche ai funzionari della Soprintendenza di Reggio Calabria che si sono avvicendati, in questi anni, di lavorazione nella supervisione dell’opera.
Giorgio Metastasio