Gaetano Rao, componente del direttivo provinciale di Noi Moderati sostiene che servono riforme sostanziali per gli agricoltori e che le Regioni hanno fallito la loro missione di sostegno.
Queste sono le dichiarazioni di Rao: “Da diversi giorni stanno imperversano sui media le immagini e le voci delle proteste degli agricoltori in diversi paesi d’Europa, tra cui l’Italia. Difficile non riconoscere loro comprensione e solidarietà. Conosco bene la categoria e vivo quotidianamente anche in prima persona i grandi sacrifici che fanno, tante volte insieme alle proprie famiglie, per portare avanti le loro produzioni. E’ innegabile che alcune politiche europee siano discutibili e rischino, di fatto, di penalizzare incomprensibilmente l’intero comparto agricolo. Ritengo, tuttavia, che il vero problema dell’agricoltura, in particolare di quella calabrese che conosco molto bene, sia da ricercare altrove”. E’ quanto dichiara in una nota Gaetano Rao, componente del Direttivo Provinciale Noi Moderati di Reggio Calabria. Dove sono le ricadute positive dell’impiego dei fondi comunitari, che da trent’anni oramai vengono annunciati come la soluzione di tutti i mali? Dove sono le ricadute positive dei tanti decantati PSR la cui attuazione nel corso degli anni, anche in Calabria, ha comportato l’utilizzo di risorse ingentissime? Come sostengo da tempo, penso che vada rivisto il meccanismo di governance delle risorse destinate a favore del comparto agricolo. Se oggi la situazione è questa, bisogna fare un profondo esame di coscienza. Le amministrazioni regionali e i vari enti hanno fallito la loro importante missione di sostegno al mondo dell’agricoltura. Una mediocrità nel pianificare e programmare la crescita e lo sviluppo che non ha aiutato a dare stabilità a tutto il settore. Le Regioni hanno fallito, perché tengono in piedi una burocrazia asfissiante accompagnata da una gestione incompetente, che rappresenta una concreta zavorra per gli attori del comparto. L’impressione è che ci sia una distanza incolmabile tra le esigenze degli agricoltori e chi ha il compito di gestire, dal punto di vista politico ed amministrativo, il sostegno alla categoria. Quando occorre interagire con gli enti pubblici, tutto il sistema rallenta quasi drammaticamente, con ritardi ingiustificabili e che non possono essere compatibili con i tempi dell’impresa e dell’attività economica. Senza riforme incisive non sarà lo sgravio sul prezzo del gasolio o altre conquiste su singoli provvedimenti che muterà i destini dell’agricoltura e degli agricoltori. Il problema dei prezzi e della competitività non è mai stato affrontato in modo serio dalle istituzioni ed è, nelle situazioni di crisi, uno degli elementi che incide maggiormente. Così come nulla continua a farsi per facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese. Spero vivamente che la comprensibile rabbia e le giuste ragioni del mondo agricolo possano concretamente fare mutare prospettiva e travolgere l’ipocrisia che pure in questo momento i “professionisti del nulla” impegnati in politica non fanno mancare. Si parla di solidarietà a 360°, ma nessuno parla di responsabilità di questa situazione, come se nessuno avesse amministrato o gestito nulla negli ultimi anni. È la solita fiera della propaganda e dell’incompetenza, che giustamente gli agricoltori non sono più disposti a sopportare”.