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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Pronti i Centri per Migranti in Albania: chi va e chi resta?

La nave della marina militare italiana Libra stamattina ha portato in Albania il primo gruppo di persone migranti che saranno trattenute nei centri per richiedenti asilo voluti dal governo italiano, completati la settimana scorsa. La notizia delle prime persone migranti arrivate verso l’Albania è stata confermata dal Ministero dell’Interno.

Dopo 5 mesi di ritardi e di continui rinvii, i centri per migranti in Albania hanno preso forma, diventando operativi, visto che i lavori necessari sono terminati e la prima nave, la Libra è salpata, con appena 16 persone da Lampedusa, ed è arrivata stamattina in Albania. Un anno fa, la Premier Giorgia Meloni, per decongestionare i centri di accoglienza dei migranti in Italia e per tutelare i confini italiani, ha chiesto e ottenuto dal Premier Albanese Edi Rama, il permesso per costruirne uno in Albania. L’Albania avrebbe messo a disposizione solo i terreni, il resto, quale i soldi, la gestione e il personale, sono e saranno interamente a carico del nostro paese e lo saranno per i prossimi 5 anni, in base al protocollo di intesa firmato tra Italia e Albania. Il centro per migranti in questione, che doveva essere inaugurato il 20 maggio scorso, ma la cui apertura è stata posticipata più volte, è una costruzione di 4 strutture: un hotspot in cui sbarcano i migranti dalle navi per essere immediatamente identificati; un centro di accoglienza di 900 posti in cui saranno trasferiti dopo l’identificazione quelli che richiederanno asilo o protezione; poi c’è un centro di permanenza e rimpatrio da 144 posti in cui mettere quei migranti che non riceveranno asilo o protezione; e infine una struttura in cui ospitare i migranti che dovranno essere rimpatriati o espulsi. C’è un ulteriore struttura, adibita a carcere da 20 posti in cui confinare eventuali autori di reati.

L’idea, fortemente voluta da Giorgia Meloni, è quello di dirottare fuori dall’Italia una parte di migranti che saranno salvati in acque internazionali dalle autorità italiane, quelli soccorsi invece da altri Stati o dalle Ong continueranno ad essere portati direttamente in Italia. Ma quanto sono costati all’Italia le strutture di Shengjin e Gjader? Costeranno 670 milioni di euro, considerando anche l’aggiunta di tremila posti per il supporto alla struttura, oltre ai 500 per i poliziotti e funzionari italiani. In questo modo la Premier Meloni spera di decongestionare il sistema di accoglienza italiano mandandoli direttamente all’estero questi migranti, della serie lontano dagli occhi lontano dal cuore. 

Molti dubbi sono stati espressi dagli altri partiti. La Segretaria del PD, Elly Schlein ha detto «Il Governo Meloni butta 800 milioni in un accordo di deportazione dei migranti in Albania. In violazione dei diritti fondamentali, in spregio a una sentenza della Corte di Giustizia Europea che fa già scricchiolare quell’accordo. E lo hanno fatto di fretta con affidamenti diretti per milioni e milioni di euro senza trasparenza. Soldi che avremmo potuto usare per abbattere le liste d’attesa. Noi non ci siamo»

E ancora per Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi di Sinistra, “quei centri albanesi sono destinati a diventare degli infernali centri di detenzione”. Secondo Davide Faraone di Italia Viva, “è il più costoso e inutile spot propagandistico della storia repubblicana”. “L’Italia – rincara Riccardo Magi di +Europa – apre ufficialmente le sue prime colonie detentive per stranieri nel territorio di un altro Paese”. 

I dubbi sorgono sul fatto che ci sono solo 900 posti circa, che rispetto ai nostri flussi migratori da decine di migliaia di migranti, sono davvero pochissima cosa. Inoltre potranno essere trasportati solo i migranti presi da specifiche navi, e su questo si intende delle autorità italiane come polizia, guardia costiera, guardia di finanza. E poi vanno escluse anche le donne incinte, i bambini, le persone vulnerabili, e migranti provenienti da paesi ritenuti non sicuri, che verranno trasportati tutti in Italia e non nei centri in Albania. Insomma in Albania potranno essere trasferiti solo uomini adulti non vulnerabili e soccorsi dalle navi di autorità italiane e solo da paesi ritenuti sicuri – che per l’Italia sono solo 22 in base al decreto Cutro, prevedendo che entro 28 giorni la procedura sia conclusa.

Le cose dovrebbero andare così, ma potrebbero non essere così, e questo perché per l’Italia la lista dei 22 paesi ha incluso anche quegli Stati in cui solo alcune aree non sono sicure, oppure solo per determinate categorie non è sicuro vivere, come per gli omosessuali. Ma non possono esistere per il diritto europeo e per la Corte di Giustizia Europea, paesi mezzi sicuri.
Tunisia ed Egitto ad esempio che sono paesi riconosciuti da tutti come paesi non sicuri. Quindi in teoria i migranti provenienti da questi paesi non possono, stando alla sentenza della Corte Europea, essere portati in Albania. Perciò l’Italia non potrà portare nei centri in Albania, cittadini proveniente dalla Tunisia, dall’Egitto, dalla Libia, dal Bangladesh – da cui arriva il 90% dei migranti – e quindi l’Italia porterà solo cittadini dell’Africa del Nord come quelli da Capo Verde, che risultano in media 5 all’anno. Pertanto alla fine si saranno stanziati centinaia di migliaia di euro per costruire dei centri per migranti in Albania nei quali praticamente, alla luce di questa sentenza, non potrà essere trasferito nessun migrante o comunque pochissimi rispetto quelli che ogni settimana arrivano in Italia e quindi l’Italia dovrà riprendersi, o tenersi, tutti i migranti che non potranno essere trattenuti o trasferiti in Albania, con tutti i casermoni costruiti con i soldi dei contribuenti per vedere alla fine il rischio concreto di rimanere completamente vuoti. 

In ultimo proprio mentre la Libra partiva dall’Italia, a Milano durante una visita al Centro Orientamento Immigrati della Fondazione Franco Verga, il Presidente Mattarella ha dichiarato: “Oggi gli immigrati non vengono più dal Mezzogiorno d’Italia, ma da più lontano, da Paesi europei come l’Ucraina, aggredita da una guerra insensata, dai Balcani, da altri continenti, gravati anch’essi da condizioni insostenibili – considera il presidente della Repubblica -. Altri sono anche gli attori di un lavoro prezioso che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà.» L’auspicio di Mattarella è che «l’impegno per la coesione sociale, l’accoglienza, il progresso, l’integrazione, il divenire della cittadinanza, sia un’attività permanente».

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