A palazzo San Giorgio presentato “Col buio me la vedo io” di Anna Mallamo. Il sindaco ha partecipato alla presentazione: «Non è solo un romanzo di Reggio, ma ci parla del Sud, una storia che non rimanda a panorami da cartolina, è una realtà pura quella descritta per come era la città negli anni Ottanta. Orgogliosi di avere una concittadina che, con la sua arte, sta portando avanti la tradizione delle belle lettere e della narrazione in modo originale e profondo».
Pienone di pubblico nella Sala dei Sindaci di Palazzo San Giorgio che ha ospitato la prima nazionale del libro “Col buio me la vedo io”, della giornalista e scrittrice Anna Mallamo, per la casa editrice Einaudi. L’evento, che si inseriva nella programmazione del reading festival “Balenando in burrasca”, ha visto una grande partecipazione di pubblico e un’atmosfera carica di emozioni. La presentazione è stata moderata da Katia Colica, e ha visto la partecipazione del Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. A completare il quadro, le letture di estratti del libro da parte delle scrittrici Eleonora Scrivo e Tiziana Bianca Calabrò.
“Col buio me la vedo io” è un romanzo che, attraverso gli occhi di Lucia, protagonista della storia, racconta la Reggio Calabria degli anni Ottanta. La città, così come la sua gente, è dipinta in modo vivace e profondo, grazie anche alla scelta dell’autrice di utilizzare un linguaggio inusuale, che mescola l’italiano a qualche parola in dialetto, che risulta essenziale per rendere la genuinità delle emozioni e delle atmosfere. La trama si sviluppa attorno a un atto di ribellione, ma anche di vendetta: Lucia, una giovane donna assetata di vita e di giustizia, rapisce Rosario, il figlio di un boss della ‘ndrangheta, e lo rinchiude nella cantina della casa della nonna, creando così una separazione netta tra il “mondo di sotto”, il buio e la reclusione, e il “mondo di sopra”, quello della luce e della libertà. «In questo libro – ha sottolineato Falcomatà – la storia raccontata si intreccia con quella della nostra città, un racconto che fa emergere il confine labile tra il bene e il male, tra giustizia e sopraffazione, un confine che è spesso sfumato e ambiguo. La narrazione ci invita a riflettere su come si possano mettere in discussione molte certezze, su come la lotta per la giustizia non sia mai così semplice come sembra.
Eppure, ciò che emerge chiaramente da ogni pagina del romanzo è la forza delle donne. Donne che sono al centro della storia, donne che combattono, si scontrano, ma che portano avanti una lotta per la vita, per la speranza, per la verità. Donne che non solo sono parte integrante della trama, ma che sono anche il motore che dà inizio a questa storia. Il libro è un viaggio nel cuore di Reggio, nei suoi ricordi e nelle sue contraddizioni. Non è solo un romanzo di Reggio o del Sud ma è anche un romanzo sul Sud, una storia che non rimanda dei panorami da cartolina, scene patinate e verità edulcorate per far bella figura, è una realtà pura quella descritta per come era in quegli anni la città. Anna Mallamo non è solo una scrittrice di talento, ma è anche una delle prime firme del giornalismo nel Paese, e noi siamo orgogliosi di avere una concittadina che, con la sua arte, sta portando avanti la tradizione delle belle lettere e della narrazione in modo originale e profondo».
«Ho raccontato una città che ho sempre amato moltissimo – ha detto Mallamo – ed era la mia città, quella di una gioventù che, nonostante le difficoltà e le contraddizioni, ha sempre avuto una forza incredibile. La storia del romanzo nasce proprio dal rovesciamento di ciò che si potrebbe aspettare: una ragazza di buona famiglia rapisce il figlio di un boss della ‘ndrangheta, e tutto cambia forma. Ma non è solo una storia di ribellione: è un atto d’amore per Reggio, un atto che celebra una giovinezza che è stata e che continua a vivere nella memoria, nei ricordi, nelle emozioni».