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Premio Sila ’49: Cosenza unica tappa del centro sud per l’autore britannico Jonathan Coe!

Jonathan Coe sarà ospite del Premio Sila ’49 per presentare il suo ultimo romanzo “La prova della mia innocenza”, che si terrà venerdì 15 novembre alle ore 18 al Palazzo Arnone di Cosenza. La città è stata inserita tra le quattro tappe italiane dello scrittore, unica nel Centro-Sud. A dialogare con lui, Marco Vigevani, uno dei maggiori agenti letterari italiani.

“La prova della mia innocenza” è l’ultima fatica letteraria di Jonathan Coe. E sarà proprio lo scrittore britannico a presentarlo venerdì 15 novembre, alle 18, nelle sale cinquecentesche di Palazzo Arnone, sede della Galleria nazionale di Cosenza. L’evento si inserisce nel cartellone di appuntamenti del prestigioso riconoscimento letterario Premio Sila ’49 e la città bruzia è una delle quattro tappe italiane dell’autore inglese, unica nel Centro-Sud.  A dialogare con Jonathan Coe, ci sarà Marco Vigevani, uno dei maggiori agenti letterari italiani. Uscito nelle librerie italiane lo scorso 5 novembre, “La prova della mia innocenza” restituisce un Coe davvero in gran forma. Con l’arguzia che gli è propria, tratteggia il mondo politico inglese, attinge a piene mani dalla realtà per mischiarla, confonderla, scompaginarla con la finzione narrativa.  Si diverte, mentre scrive. Sembra di vederlo, mentre scorrono le vicende: plasmarle, rivoltarle. Le divagazioni sono un suo marchio di fabbrica. E l’autore sciorina questa particolare arte in tutte le salse.  Lo fa con i generi letterari, passando dal giallo classico, con il ritrovamento di un cadavere, alle atmosfere cupe, malinconiche e nostalgiche del dark academy style. E poi vien fuori la parabola del populismo nazionalista dilagante che esonda dal regno Britannico per prendersi tutto il globo, griffato dal modello Stars and Stripes by Donald Trump, per la seconda volta alla Casa Bianca. Grande soddisfazione per la presenza di Jonathan Coe hanno espresso il Presidente della Fondazione Premio Sila, l’avvocato Enzo Paolini, e la direttrice del Premio, Gemma Cestari. 

«Far prevalere il dialogo sul conflitto. È questo l’impegno del nostro tempo – ha dichiarato il Presidente Enzo Paolini –. E il nostro contributo come Premio Sila è la concreta proposta e la realizzazione di scambi e di connessioni con culture diverse e sensibilità distanti. Per invertire quella tendenza che man mano ci rende sempre più insensibili rispetto a veri e propri orrori che si perpetrano nel mondo. Il Premio Sila è nato nel ‘49 ed è rinato nel 2011 esattamente con questa forte motivazione. Ha fatto la sua parte nel dopoguerra e la sta facendo adesso nell’epoca delle guerre, delle deportazioni e dei respingimenti. Jonathan Coe, con il suo patrimonio narrativo, è uno straordinario strumento di comunicazione, tra mondi e persone. Tutta la letteratura è un affaccio sulla vita, sulle speranze e sui diritti di ciascuno di noi».

Jonathan Coe, La prova della mia innocenza, Giangiacomo Feltrinelli editore

Phyl è una giovane laureata in lettere, tornata a vivere dai genitori, frustrata dagli orizzonti ristretti della vita di provincia inglese e da un orrido lavoro in un ristorante giapponese all’aeroporto di Heathrow. Oltretutto i suoi progetti di diventare una scrittrice non stanno andando da nessuna parte. Almeno fino a quando non si presenta a casa un amico di vecchia data della madre, Christopher Swann con la figlia adottiva Rashida, della quale Phyl diventerà grande amica. Chris racconta che sta indagando su un oscuro think tank, il Processus Group, fondato a Cambridge negli anni Ottanta e costituito da un gruppo di fanatici che vuole spingere il governo sempre più a destra. L’immaginazione di Phyl si accende e la ragazza inizia a scrivere quello che sembra un tipico giallo anglosassone. Intanto, mentre la Gran Bretagna si ritrova sotto la guida di Liz Truss, che durerà solo sette settimane, Chris porta avanti la sua inchiesta e si reca nel cuore del Paese, nelle Cotswolds, dove si tiene un convegno utile alla sua ricerca. Quando Phyl viene a sapere di una morte misteriosa, di colpo vede la vita reale confondersi con il romanzo che sta tentando di scrivere. Ma la soluzione si trova veramente nella politica contemporanea o in un vecchio enigma letterario? Con un linguaggio complice e arguto, mescolando vicende private alla storia recente dell’Inghilterra, Jonathan Coe ci regala un romanzo complesso, ironico, coinvolgente ed estremamente attuale.

JONATHAN COE

È nato a Birmingham nel 1961, si è laureato a Cambridge e a Warwick, e vive a Londra. Ha scritto due biografie (di Humphrey Bogart e James Stewart) e con Feltrinelli ha pubblicato: La famiglia Winshaw (1995), La casa del sonno (1998), L’amore non guasta (2000), La banda dei brocchi (2002), Donna per caso (2003), Circolo chiuso (2005), La pioggia prima che cada (2007), Questa notte mi ha aperto gli occhi (2008), I terribili segreti di Maxwell Sim (2010), Come un furioso elefante. La vita di B.S. Johnson in 160 frammenti (2011), Lo specchio dei desideri (2012), Expo 58 (2013), Disaccordi imperfetti (2015), Numero undici. Storie che testimoniano la follia (2016), Middle England (2018) e Bournville (2022).

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