Il Tribunale, di Vibo Valentia, ha motivato l’assoluzione dell’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, nel processo “Rinascita Scott, in cui era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e abuso d’ufficio aggravato con queste parole: “La prova, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, appare insufficiente, non avendo consentito di individuare lo specifico e consapevole contributo causale che Callipo avrebbe fornito alla consorteria e residuando, conseguentemente, il dubbio che la condotta dell’imputato abbia effettivamente superato la soglia delle mera contiguità compiacente per concretizzarsi in un concorso nel delitto penalmente rilevante”.
Per Callipo la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 18 anni di reclusione.
Nelle motivazioni della sentenza, emessa il 20 novembre scorso, i giudici hanno affermato che “dal materiale probatorio emerge, senza dubbio, una condotta tutt’altro che trasparente da parte dell’imputato, che ha mostrato di acconsentire a contatti e rapporti con esponenti della consorteria criminale (in primis con Salvatore Francesco Mazzotta), verosimilmente anche con l’intento di ottenerne il consenso in vista delle consultazioni elettorali”.
Elementi probatori ritenuti però non sufficienti da giustificare la condanna dell’ex sindaco di Pizzo.