Ferdinando Rocca (ex vicesindaco del Comune di Bovalino) ricorda Pino Ferrò, un bovalinese doc benvoluto da tutta la comunità.
Ferdinando Rocca
Con Pino Ferrò siamo stati amministratori comunali a Bovalino, compagni di viaggio di un’esperienza durata cinque anni, nel corso della quale abbiamo condiviso programmi, entusiasmi e alla fine qualche delusione. La delusione di chi, pur non essendo uno studioso di storia politica e amministrativa, avrebbe voluto fare molto di più per la propria amata cittadina. Aspettative che spesso si scontrano con la cruda realtà e il senso di smarrimento e di solitudine con cui un amministratore prima o poi deve fare i conti nell’azionare la macchina del governo locale. Abbiamo entrambi sperimentato la crisi della politica come progetto, il dissolvimento di visioni più ampie e lungimiranti, l’assenza di prospettive in un orizzonte sempre più limitato, là dove il rapporto con i cittadini è più diretto, sempre più incalzante e inflessibile la necessità di tamponare le emergenze, dare risposte immediate alle disparate esigenze della collettività.
È il destino di ogni amministratore che spesso si risolve in una totale disaffezione alla politica, specie per chi non ha interessi personale da difendere. Ma non è stato così per Pino che ha sempre creduto nell’impegno civico e nel valore delle relazioni umane, tanto da farne un obiettivo essenziale della sua esistenza. La sua fede cattolica e la sua devozione a San Francesco di Paola, Patrono della Città di Bovalino e della gente di mare, rappresentano un ulteriore esempio di dirittura morale, senso di appartenenza e amore incondizionato verso la comunità.
È il ricordo di un vero bovalinese, di una persona perbene che non si perdeva mai d’animo di fronte alle avversità, che aveva sempre una soluzione a portata di mano per ogni problema o difficoltà. Ci mancherà la sua semplicità, il suo modo di comunicare e di relazionarsi con gli altri; ci mancheranno soprattutto le sue qualità umane, il suo cauto ottimismo manifestato sempre con garbata ironia e senso di responsabilità.
Nessun uomo è un’isola circondata dal mare ma un pezzo del continente, una parte del tutto. Così scriveva John Donne in un memorabile componimento poetico, «Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’Umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: Essa suona per te». Bovalino sarà riconoscente e non dimenticherà mai Pino Ferrò, l’amico di sempre, l’uomo mite, l’assessore al servizio della cittadinanza, l’operaio nel sociale dedito esclusivamente e disinteressatamente al «bene comune».