La Questione Meridionale da anni è scomparsa dall’agenda politica italiana. L’ultima speranza dei meridionali va riposta nell’azione dei Sindacati e nella cultura di Draghi. La speranza è stata riaccesa dall’impegno del Governo, strappato dai Sindacati, di comprendere nei programmi l'”Alta Velocità” Salerno – Reggio Calabria.
Nonostante le continue pubblicazioni sulla “Questione Meridionale” tese a dimostrare che l’Italia tutta può crescere solo se cresce il Mezzogiorno, la “Questione” da anni è scomparsa dall’agenda politica italiana. C’è stato un flebile accenno fatto dalla Conferenza de Vescovi cattolici e poi più nulla. L’ultima speranza dei meridionali va riposta nell’azione dei Sindacati e nella cultura di Draghi. La speranza è stata riaccesa dall’impegno del Governo, strappato dai Sindacati, di comprendere nei programmi l'”Alta Velocità” (Alta Capacità) Salerno – Reggio Calabria. Questa decisione ha abbattuto le resistenze espresse dall’ultima generazione di dirigenti spazzatura delle FS che sostenevano la tesi dell’inutilità dell’opera, perché mancavano i passeggeri. E ciò anche a fronte di pubblicazioni sui risultati di indagini effettuate da esperti di livello internazionale sul numero dei passeggeri che utilizzavano “l’Alta Velocità” là dove c’era. Senza assolutamente volersi soffermare sui progressi dello sviluppo portato in tutto il mondo (Oriente e Occidente) dallo sviluppo delle ferrovie, la speranza e che per il Mezzogiorno il prossimo obiettivo sia quello dell’Alta Velocità Reggio Calabria – Bari. Alle esigenze di mobilità di Reggio Calabria si debbono aggiungere quelle di Messina e di Catania. Reggio Cal. è la cerniera tra l’isola e il continente(Sicilia – Italia). Napoli e Bari rappresentano le città più a sud che però oggi interagiscono con difficoltà con il resto del Mezzogiorno. Oltre a collegare per la mobilità con una rete internazionale i centri universitari di Messina, Catania, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, si aggiunge la facilità di intercettare i flussi turistici che gravitano attorno all’area del Mediterraneo e la migliore mobilità per i cittadini accelera i processi di coinvolgimento che sono il presupposto della democrazia. Al completamento della infrastruttura ferroviaria bisogna aggiungere la nuova S.S. 106 dando priorità ai lotti che aggregano il territorio regionale e non lo disarticolano staccando pezzi che di fatto vengono aggregati alle regioni limitrofe (Puglia e Campania).
Dalla triangolazione ferroviaria: Napoli – Bari – Reggio Calabria bisogna passare alla valorizzazione dei punti di forza. Costruire con centro “MATERA” una rete viaria/ferroviaria che colleghi tutti centri archeologici del Mezzogiorno: Locri, Rosarno, Nicotera,Crotone, Sibari ecc. Questo progetto: Grande Parco Archeologico” deve consentire all’Italia di presentare ai turisti la ricchezza culturale del Mezzogiorno nel suo complesso. Senza dimenticare che il treno ancora a Matera non arriva.
Il Mezzogiorno, come da anni sostenuto nelle pubblicazioni della SVIMEZ, è un grande bacino per la geotermia (Energia rinnovabile) sono maturi i tempi perché si passi alla sua utilizzazione.
Dopo la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno, in Calabria, sono rimaste inutilizzate importanti infrastrutture idriche (Dighe). Parliamo di opere realizzate, costate miliardi di vecchie lire, e perfettamente funzionanti ma inutilizzate. La loro importanza a prescindere della valenza ingegneristica sta nel fatto che esistono e possono accumulare acqua potabile nel cuore del Mediterraneo, zona notoriamente carente di risorse idriche, a una quota al di sopra degli 850 mt slm. Se i programmi che avevano portato al loro finanziamento e alla loro realizzazione non sono più validi ci sono tutte le condizioni per realizzare delle aree naturalistiche utilizzabili ai fini turistici e ambientali.
Pietro Fuda