Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua si è soffermato sulle principali criticità della situazione economica in cui versa la Regione che il centrodestra ha certificato nel Defr descrivendo esplicitamente “una povertà diffusa tra le famiglie che permangono con redditi troppo bassi per sostenere la domanda di consumi”
«Anche questo anno ci troviamo a dover esaminare un Defr che certifica l’immobilità e l’ingessatura delle finanze regionali e la scarsa capacità del livello politico di incidere sulla realtà concreta. Un documento che fotografa le reali difficoltà della Calabria e che non si discosta molto dalle solite liturgie del passato. E inevitabilmente oltre ai fondi Pnrr, le uniche fonti di stimolo alla crescita sono da rinvenire esclusivamente da un pronto ed efficace avvio degli interventi finanziati con i Fondi europei e nazionali per la coesione relativi al periodo di programmazione 2021-2027».
E seppure il capogruppo non ha voluto addossare alla maggioranza la responsabilità complessiva dell’attuale situazione ha voluto sottoporre all’attenzione dell’Aula due elementi in particolare. Il primo riguarda la crescita di nuove start up innovative: mentre, nel periodo 2014-2019 il numero di queste è costantemente cresciuto, negli anni successivi hanno registrato una stagnazione; a differenza dell’ Italia e del Mezzogiorno dove la crescita è stata rispettivamente di circa il 30% e il 35%.
«Su questo penso che sia necessario che l’esecutivo regionale faccia una riflessione seria perché come ben sa il presidente Occhiuto solo tramite nascenti imprese fortemente tecnologiche e innovative possiamo ridurre il deficit quantitativo e la scarsa specializzazione del sistema produttivo e trattenere i giovani sul territorio».
Ma il dato più interessante, secondo Bevacqua, è quello relativo all’autonomia differenziata. «Dopo essere addivenuti alle nostre posizioni sulla Zes arrivate a scrivere sull’autonomia: “affidare alla Commissione paritetica Stato Regione la determinazione dei Lep è un’incongruenza e il disegno di legge Calderoli, nell’assegnare maggiore autonomia alle Regioni, riduce il ruolo dello Stato, soprattutto nella rimozione delle disuguaglianze e nella garanzia dell’unità del paese, in maniera tale che è possibile l’aumento delle iniquità nell’accesso ai servizi tra i cittadini delle diverse Regioni”. Se queste sono le vostre valutazioni, mi aspetto che Occhiuto e tutti i consiglieri del centrodestra, compresi i colleghi della Lega, si attivino immediatamente per bloccare la riforma».