Si è tenuta presso la Casa circondariale di Paola, alla presenza di diverse persone detenute, la presentazione del libro-intervista di Raffaele Della Valle dal titolo “Quando l’Italia perse la faccia. L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora. Conversazione con Francesco Kostner” (Luigi Pellegrini editore), pubblicato in occasione del quarantesimo anniversario dell’arresto del presentatore e giornalista. Alla presentazione del volume, dopo i saluti e i ringraziamenti della Direttrice dell’istituto penitenziario Emilia Boccagna, sono intervenuti gli autori, l’avvocato Raffaele Della Valle e il giornalista Francesco Kostner, il Presidente del Consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti di Paola, Fernando Caldiero e il Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia.
L’avvocato Della Valle, difensore di Tortora, ha raccontato con fervore e commozione la vicenda umana e la storia giudiziaria del noto presentatore televisivo, protrattasi per tre lunghissimi anni, illustrando le tappe che hanno caratterizzato una delle pagine più tristi della giustizia italiana. Della Valle ha precisato che non è un volume animato da sentimenti di odio o di vendetta né tantomeno di rivalsa nei confronti della magistratura, indicando ciò che allora non ha funzionato e quali sono i rischi di ingiustizia del sistema penale attualmente vigente.
Il Garante regionale Luca Muglia ha sottolineato che: “Grazie alla sensibilità della Direttrice e alla disponibilità degli autori, la Casa circondariale di Paola è il primo istituto penitenziario italiano in cui ha luogo la presentazione del libro dedicato all’odissea giudiziaria di Enzo Tortora. Si tratta di un segnale di sensibilità e di attenzione alle problematiche che involgono la giustizia e, in particolare, alla condizione delle persone sottoposte alla misura cautelare in carcere.
Il racconto appassionato di Raffaele Della Valle ha messo in luce le distorsioni processuali che determinarono l’errore giudiziario più eclatante del nostro paese, segnalando altresì il peso che ebbe nella vicenda la cultura dell’epoca. A mio giudizio i temi trattati nel libro rivestono una indiscutibile attualità. Se è vero che, da allora, sono intervenuti numerosi correttivi normativi che interessano la carcerazione preventiva, è altrettanto vero che permangono ancora diverse criticità e che un certo tipo di cultura – anche giuridica – non agevola l’applicazione del principio di presunzione di non colpevolezza. Tutto ciò produce una serie di effetti a catena. Una delle questioni più delicate è, ad esempio, la condizione dei detenuti cosiddetti giudicabili o in attesa di giudizio, presunti innocenti privati della libertà personale che condividono le stesse modalità di detenzione dei cosiddetti definitivi, con l’aggravante di non poter beneficiare di un sostegno socioeducativo in ragione della loro posizione giuridica. Bene, anziché discutere di massimi sistemi, ci si dovrebbe, forse, occupare delle problematiche di questa tipologia di detenuti. Al libro di Della Valle e alla Direttrice Boccagna va riconosciuto il merito di aver riacceso i riflettori su un tema fondamentale e di grande attualità”.