Si preparavano a banchettare con due cinghiali abbattuti nelle campagne tra Bova e Palizzi, appena macellati e pronti per essere consumati, in una cucina di fortuna ricavata all’interno di un capannone nel territorio di Palizzi.
A guastare la festa ci pensano i Carabinieri Forestali di Melito di Porto Salvo, Bagaladi e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Reggio Calabria, attivati per le consuete operazioni antibracconaggio disposte del Comando Regione Carabinieri Forestale “Calabria”. Ad insospettire i militari sono stati alcuni automezzi fuoristrada, parcheggiati in aree rurali solitamente frequentate dai cacciatori di cinghiali. Ma la caccia per questa specie non è ancora aperta per cui è scattata l’allerta per i militari, che, insistendo nella perlustrazione, giungevano nei pressi di un capannone nel territorio di Palizzi dove, nello spazio antistante, notavano parcheggiato uno dei mezzi fuoristrada monitorati precedentemente. Entrando all’interno gli operatori trovavano conferma ai loro sospetti; cinque persone erano intente a preparare tutto il necessario per un convivio dopo caccia. Le carcasse di due cinghiali erano già state macellate e sezionate, pronte per la cottura. Inevitabile il deferimento all’Autorità Giudiziaria per tutti i soggetti coinvolti, che, fatte salve le verifiche nei vari gradi di giudizio, dovranno rispondere del reato di esercizio caccia di specie in periodo non consentito, ed il sequestro di numero 5 fucili con un cospicuo quantitativo di munizioni di varia natura. Sequestrate inoltre le carcasse e le carni sezionate, tutte destinate alla distruzione, nonché prelevati alcuni organi dalle interiora degli animali, da sottoporre alle analisi per appurare l’eventuale presenza della peste suina africana, malattia attualmente in diffusione in tutto il territorio regionale.