Anche a noi non è piaciuta la battuta “Locri capitale della ‘ndrangheta” pronunciata da Padre Zanotelli, nel corso del suo intervento e che ha suscitato la dura e legittima reazione del sindaco Giovanni Calabrese, ma padre Alex non si sottrae alla domanda e risponde con tono pacato…
Padre Alex Zanotelli traccia un bilancio positivo della “Due giorni a Riace” (6 e 7 novembre), promossa dall’ordine dei Comboniani per manifestare solidarietà politica e vicinanza umana a Mimmo Lucano, colpito dalla dura condanna del Tribunale di Locri, perché il “modello” di accoglienza e integrazione dei migranti di cui è, sostenuto tra i tanti, anche da padre Alex, ispiratore e animatore non si bloccherà e andrà avanti. “Non era facile, aggiungere Zanotelli, far confluire in un paesino della estrema periferia del Sud persone provenienti da ogni parte d’Italia. Eppure, ma noi ne eravamo certi, l’appello alla solidarietà da noi lanciato non è caduto nel vuoto, e a Riace ne abbiamo contati tra mille e millecinquecento, venivano dal Trentino, dal Piemonte, dalla Sicilia, dalla Sardegna e da ogni dove, impressionante, e hanno dato vita ad una grande, genuina assemblea popolare, un solo, stupendo afflato e un abbraccio collettivo a Mimmo che ha bisogno di questo calore per risollevare il suo stato d’animo, e quello della sua Comunità, profondamente ferita, e proseguire a testa alta in una battaglia di civiltà e di umanità che non può fermarsi neanche davanti ad una sentenza assurda, inconcepibile, politica, che pensiamo possa essere smantellata nelle successive sedi di giudizio; noi siamo ottimisti, e convinti che prima o poi, ma confidiamo presto, riapriranno le botteghe artigiane, l’asilo, il panificio, la voglia c’è, l’abbiamo toccata con mano sabato e domenica della settimana scorsa”. Anche a noi non è piaciuta la battuta “Locri capitale della ‘ndrangheta” pronunciata nel corso del suo intervento e che ha suscitato la dura e legittima reazione del sindaco Giovanni Calabrese, ma padre Alex non si sottrae alla domanda (ma non potevi evitartela?) ed risponde con tono pacato: “Era chiaro che non mi riferissi a Locri ma al territorio della Locride, di cui la città è capitale, io conosco bene la realtà, sono stato anche a San Luca e so bene di cosa parlo, e a buon intenditore poche parole dovrebbero bastare, quel “cancro” esiste, ha fatto danni irreparabili, l’esperienza di Riace rappresentava, e rappresenta, una diga alle derive criminali, questo era, e resta, il senso delle mie parole…”. Cos’altro hanno in programma di fare da qui in avanti i Comboniani per sostenere la “causa” di Riace e Mimmo Lucano? Padre Alex sorride e ci congeda: “Sono tante, dopo Riace, le altre iniziative umanitarie a cui daremo vita, non possiamo però anticiparle, le comunicheremo a tempo debito…”.