Il 25 aprile deve essere immune, pur vicino alla fine del campionato di calcio, da cori da stadio e tifo calcistico. Va bene la pacificazione, ma senza alterazione della verità storica, o improvvidi revisionismi. E verso i fascismi due punto zero nessun ecumenismo.
Mario Alberti
Parto da un segnale costante che torna ogni 25 aprile. Da decenni la parte retrograda e tradizionalista dei sedicenti cattolici cerca di usare la morte del povero seminarista Rolando Rivi come tentativo, maldestro peraltro, di sminuire il valore della lotta partigiana. E la loro indispensabile azione negli eventi che portarono alla conquista della libertà per il popolo italiano. E che questo utilizzo avvenga proprio nel giorno in cui questa libertà va giustamente celebrata la trovo conferma di questa ipotesi. Rolando Rivi, come tanti, fu un martire della guerra, dell’abbrutimento dell’uomo che è conseguenza di un decadimento progressivo del valore della vita. Decadimento che, tuttavia, inizia col regime fascista, dal quale queste frange di celebratori strumentali del povero Rivi non fanno menzione. E presumibilmente non attribuiscono allo stesso regime ben più solide responsabilità rispetto a qualche esecrabile e sporadica atrocità commessa da una parte di scomposte bande partigiane. Che tuttavia non va sminuita, ma letta in un contesto generale di disumanizzazione, come già scritto.
E trovo alquanto paradossale che a far ciò siano componenti cattoliche pur se ortodosse nonché ancestrali, le quali dimenticano il ruolo, appunto, degli stessi cattolici nella lotta per la liberazione. O l’apporto cattolico alla scrittura condivisa della Costituzione, nata dal sangue. Sangue rosso senza diversità di confessione, come tutti sappiamo. E quanti preti furono uccisi dai nazifascisti nelle loro criminali e coadiuvate rappresaglie! Perché continuiamo ad usare simboli per cercare di sminuire il valore di una intera nazione che ottiene, con i mezzi possibili, la Libertà?
Il 25 aprile deve essere immune, pur vicino alla fine del campionato di calcio, da cori da stadio e tifo calcistico. Va bene la pacificazione, ma senza alterazione della verità storica, o improvvidi revisionismi. E verso i fascismi due punto zero nessun ecumenismo.
Questa agognata pacificazione deve avvenire, può avvenire, perché non credo che in realtà sia avvenuta totalmente, soltanto in un quadro di riconoscimento della storia, e senza alcun ricorso a formule dubitative.
Viva la Resistenza. Viva la Libertà!