Giacomo Francesco Saccomanno, Presidente del Centro Studi Giuridico Giustizia&Giusta, fa un analisi del processo Open Arms, sollecita intervento Corte costituzionale.
Le criticità del processo OPEN ARMS sono state analizzate, con grande interesse, da parte dei giuristi che hanno partecipato all’incontro di presentazione del Centro Studi. È emerso uno scenario molto articolato e, in particolare, una forzatura della normativa per cercare di giustificare l’intervento della magistratura ordinaria, che ha ritenuto la condotta del Ministro degli Interni Matteo Salvini un “atto amministrativo”.
Il punto cruciale del possibile o meno conflitto di attribuzione è proprio questo. Ma l’interpretazione fornito dall’accusa non pare possa ritenersi esente di anomalie sia sostanziali che processuali. Si tratta di una ricostruzione di parte che, però, contrasta con gli accadimenti e, in particolare, con il concetto di azione politica. È ben noto a tutti che la “chiusura dei confini” era uno dei punti fondamentali del programma di un partito, la Lega, che stava portando avanti per cercare di limitare gli sbarchi dei migranti in Italia. E su tale intento il Popolo Italiano ha dato un enorme consenso a tale partito e al suo leader affinché ciò fosse messo in atto. Con l’evidente conseguenza che ogni azione realizzata in tale direzione non può e non poteva che ritenersi “atto politico”. La trasformazione operata dai PM non è, certamente, tollerabile e contrasta pesantemente con i principi sanciti dalla Carta costituzionale sulla dovuta separazione dei poteri. Ed allora, in tali condizioni il Centro Studi, nel rilevare questa evidente anomalia e, quindi, il superamento dei poteri costituzionali, ha sollecitato un dovuto intervento della Corte costituzionale. È solo questa che potrà accertare, nel rispetto della legge e dei principi fondamentali di uno Stato democratico, se l’azione della magistratura rientri nella sua giurisdizione oppure se vi è stato una invasione dell’azione del potere esecutivo, con quelle discrasie che potrebbero creare una gravissima deriva costituzionale.
Consentire un’azione del genere, nell’ipotesi, molto concreta, che non si tratti di un intervento corretto e nei limiti dei propri poteri, vorrebbe dire stravolgere gli equilibri costituzionali e consentire una aggressione all’azione di Governo che ha avuto il consenso del Popolo Italiano. Una deriva, ripetesi, che nessun cittadino può e deve tollerare. Ecco, perché, il Centro Studi ha sollevato il problema ed ha chiesto un necessario e dovuto intervento della Corte costituzionale nell’interesse della vera Giustizia e della indispensabile libertà dei cittadini. Una illegittima invasione del genere non è solo un problema del processo OPEN ARMS, ma vuol dire stravolgere il sistema democratico e costituzionale di uno Stato e, quindi, andare verso una deriva che stravolgerebbe il regolare funzionamento della nostra Nazione.