Rusticani dell’attivismo scamiciato. Collaci ha pienamente ragione perchè proprio costoro furono i veri protagonisti della rivolta di Caulonia: uomini con le pezze al culo, le scarpe di legno, le camicie di ginestra vecchie e ingiallite. Avrebbero voluto mostrare al mondo intero che sotto quegli stracci c’erano uomini e donne in carne ed ossa stanchi di obbedire ai Superuomini, stanchi di soffrire, stanchi di farsi ammazzare in guerre dichiarati da “statisti”, stanchi di creare ricchezza solo per gli altri.
Ed anch’io sono nato nello stesso anno e nello stesso paese. Ho visto cadere molti ideali della mia gioventù. In me stesso prima che negli altri… ma i ribelli di Caulonia mi ritornano in mente e comprendo che avrebbero qualcosa da dire oggi più di ieri.
Non furono don Chisciotte e neanche Robin Hood ma uomini in carne ed ossa, figli del loro tempo. Sono andato a rivedere i sentieri e le mulattiere che in migliaia hanno percorso e, come per magia m’è sembrato di rivederli, avendoli conosciuti quasi tutti. Mi sono apparsi così come li descrive il giovane giornalista Totò Collaci: “… C’erano i partigiani di paese e quelli delle campagne. I primi si differenziavano oltre che per una taglia di zerbinotti provinciali, male in arnese, avvolti come erano in ben arrangiate giubette militari o in giacche bleu dalle spalle larghe, anche per i complessi di superiorità di cui erano affetti nei confronti dei loro tonti compagni d’arme. I secondi costituivano un quadro vivente di miseria e di luridume. Coi capelli foggiati a zazzera arruffata, lasciavano sempre intravedere la loro camicia ingiallita di tela grezza un settore impudico delle loro scapole robuste. In fondo ai calzoni un ruvido tricot, in cui non si riusciva a distinguere più il fondello primitivo, le rivolte sdrucite di quel panno brunastro poggiavano sfilacciate su scarponi smisurate dalle grosse suole di legno spesso. Così la loro andatura incerta acquistava un tono di goffaggine perché le piante così dure da non consentire la più impercettibile flessione, venivano buttate avanti e in fuori come se fossero spinti da malati di una strana pedagra… uomini affamati ed ignoranti e avrebbero avuto l’ardire di arrivare ovunque… Rusticani dell’attivismo scamiciato.”
Collaci ha pienamente ragione perchè proprio costoro furono i veri protagonisti della rivolta di Caulonia: uomini con le pezze al culo, le scarpe di legno, le camicie di ginestra vecchie e ingiallite. Avrebbero voluto mostrare al mondo intero che sotto quegli stracci c’erano uomini e donne in carne ed ossa stanchi di obbedire ai Superuomini, stanchi di soffrire, stanchi di farsi ammazzare in guerre dichiarati da “statisti”, stanchi di creare ricchezza solo per gli altri.
La loro fu una rivoluzione dei corpi che, dopo anni di cupo silenzio, hanno ripreso a respirare e finanche a parlare. E i Superuomini ebbero paura.
La “miseria” o la “grandezza” della Repubblica di Caulonia si misura da questi “straccioni” che presero le armi per dichiarare guerra ai Superuomini, al duce, al Fuhrer, ai re, ai caudilli, alla guida suprema, al “grande fratello”.
Lo fecero partendo da quello che erano e non da quello che gli altri avrebbero voluto che fossero.
Hanno impiegato 80 anni ma i Superuomini sono ritornati e sono entrati dal pertugio dal quale i ribelli di Caulonia sono stati buttati fuori dalla storia.
Scofitti… ma quei corpi ci parlano ancora.
Ci parlano quando Trump si riferisce ai cittadini Gaza come pacchi da spostare e quando i governi parlano degli immigrati come corpi da deportare. Ed ancora quando osserviamo senza reagire a centinaia di migliaia di corpi di giovani, finanche di bambini, buttati nella fornace della guerra. Ci parlano dall’Africa affamata. Ci parlano negli ospedali calabresi e dalle galere. Ci parlano mentre digitiamo per non dire nulla, chattiamo senza senso, giochiamo a tiktok per gabbare la nostra solitudine.
Che dirvi? Putin, Trump, Netanyhau, Musk, ,gli ayatollah, Macron e mille altri appaiono giganti e decideranno della nostra vita, soprattutto della vita di miliardi di bambini. In realtà sono giganti di carta pesta che a noi sembrano Superuomini invincibili perché abbiamo rinunciato alla nostra umanità.