Secondo il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il debito della sanità calabrese ammonta a oltre 1,2 miliardi, ma alla fine di tutti gli accertamenti il debito reale sarà molto più basso. Questo è emerso dal Report della Regione Calabria, tenuto in questi giorni a Catanzaro.
In questi giorni, è emerso dal report della Regione Calabria, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede della Giunta a Catanzaro, dal governatore Roberto Occhiuto, commissario della sanità, dal sub commissario Ernesto Esposito, dal dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute Iole Fantozzi e dal commissario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti che il debito della sanità calabrese ammonta a oltre 1,2 miliardi, ma alla fine di tutti gli accertamenti il debito reale sarà molto più basso.
Nel dettaglio, il report evidenzia che le pretese di presunti crediti maturati prima del dicembre 2020 ammontano a 862,7 milioni, le pretese dei presunti crediti riferiti agli anni 2020 e 2022, fino a ottobre 2022, ammontano a 363,8 milioni.
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nel corso della conferenza stampa, ha affermato: “Le due cifre non rappresentano il debito complessivo della sanità calabrese, ma quello massimo deducibile dalle richieste creditorie che ci sono arrivare. Prevediamo che, all’esito delle verifiche che svolgeranno i gruppi di lavoro presso le aziende sanitarie e ospedaliere, con l’ausilio della Guardia di Finanza, il debito reale sarà molto più basso. La Calabria e la comunità nazionale aspettavano da 12 anni che si facesse la ricognizione del debito, da quando è cominciato il commissariamento. In pochi mesi l’abbiamo fatta e abbiamo dimostrato che questo debito monstra di cui si è tanto fantasticato – 3 miliardi, 4 miliardi – non c’è. È un debito che al massimo può essere di 862 milioni, almeno quello fino al 2020, poi c’è il debito relativo agli ultimi due anni ma quello è nel circolante delle aziende. E questo numero è suscettibile di importanti riduzioni, perché molte di queste pretese creditorie probabilmente sono duplicate, sono considerate anche pretese creditorie delle società che hanno acquisito i crediti, e molte aziende vantano importanti crediti derivanti da extrabudget, che sono tutti quanti da verificare: ce n’è una in particolare, che riguarda il Sant’Anna che ha chiesto 100 milioni per l’extrabudget ma l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ritiene che non esista. Questo debito si ridurrà ulteriormente e stiamo dimostrando anche, attraverso la ricostruzione dei conti, che la sanità in Calabria può essere governata. Partire dai conti significa creare le condizioni perché le aziende possono erogare le prestazioni sanitarie. Il vero dramma della sanità calabrese non sta nei conti, perché è una sanità in avanzo e con un debito che presumibilmente è inferiore a quello di molte regioni del Centro Sud, il dramma della sanità calabrese sta nel fatto che il motore è spento, non eroga prestazioni di qualità e costringe migliaia di calabresi a doversi curare fuori dalla Calabria, arrecando un danno al budget delle famiglie ma anche al budget della sanità regionale”.