Mentre Occhiuto dà il benservito a Minoli e alla fiction che avrebbe rilanciato la Locride, Giacomo Crinò e Salvatore Cirillo, stanno a guardare.
I consiglieri eletti dalla Locride, e pure quelli che dal territorio hanno ricevuto tanti consensi: Calabrese, Sainato, Zavettieri, Lucano. Magari neppure lo sanno che c’era un progetto nato da un sogno di Jole Santelli, di fare la lunghissima serialità, girando nella Locride, con location principale uno dei suoi borghi più belli. Più stagioni, quasi un episodio al giorno. Tradotto: 2-3 mila lavoratori locridei impegnati. Nuove professionalità, meno partenze, un’economia che partiva. Un sogno appunto, che la Santelli aveva affidato a Giovanni Minoli, perché replicasse il modello industriale di “Un posto al sole”. E forse Minoli lo avrebbe realizzato, forse no. Che i sogni sono così. Non lo sapremo mai, perché Minoli è arrivato alla scadenza del suo mandato commissariale. Non è stato rinnovato. Nessuno lo ha chiamato. Certo, Minoli ha una storia troppo importante, sarà già dietro ad altro; ha un passato professionale, da Mixer, a Quelli della notte, che pochi possono vantare. Magari ha pure troppo orgoglio per ammettere un dolore che umanamente deve essere forte. Non si tratta così nessuno: via senza una parola, un saluto, una spiegazione. Non si può trattare così uno con la sua storia. Ma approcciarsi al sud senza i buoni consigli locali, spesso riserva inattesi epiloghi. Non si può trattare così il territorio più depresso d’Italia. La speranza è che la nuova giunta sorprenda tutti, proponendo un nuovo sogno, che sia il doppio del sogno della Santelli e di Minoli. Che le nuove nomine alla film commission siano strabilianti.
Che la Locride non abbia i consueti e tristi risvegli, mentre i suoi eletti stanno a guardare.