Abbiamo chiesto ad Angelo Maggio, fotografo e teorico del “Non finito Calabrese”, di aprire una rubrica nel nostro giornale. Ha accettato. Quindi, iniziamo da questo mese, con questa raccomandazione: ”Vorrei iniziare con questa foto che trovo tragica. Vi prego solo di una cosa: ogni foto di non finito, per me, è una ferita sulla quale ragionare. I toreri, le cicatrici sul viso, le chiamano “cornadas de espejo”, perché il torero le vede ogni volta che si specchia. Ecco, per me, i non finiti sono le mie cornadas de espejo, anche perché ho conseguito diploma di geometra nel 1985, ed il condono edilizio mi ha dato da vivere dal 1985 al 1988 (oggi sono un “ferroviere con hobby della fotografia, come mi ha definito un medico con l’hobby della politica)”.
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