I risultati elettorali in Europa e Italia degli ultimi tempi hanno lanciato l’allarme dell’imperversare di un “vento di destra” mentre invece la metafora più adatta dovrebbe riguardare la “calma piatta” che affligge il versante sinistro. La storia ci insegna che i mutamenti geopolitici riguardano più l’inazione (per non dire la resa) di alcuni che l’azione di altri. Lo storico Fernand Braudel ci ha spiegato che “I tempi della Storia” sono simili all’onda del mare “che prima cresce e monta, poi si frange e infine si ritira vorticosamente”.
Questo presunto “vento di destra” che soffierebbe ovunque, dalla Svezia, alla Grecia, alla Finlandia fino a giungere al Molise e prossimamente alla Spagna è frutto solo ed esclusivamente di errori madornali, generati da azioni politiche miopi, demagogiche e scioccamente arroganti. La risacca dell’onda, impattando nelle scelte scellerate e impopolari della sinistra, ha preso la direzione contraria e quindi è andata a destra. Prendiamo ad esempio l’Italia dove la Sinistra ha delegato il suo lavoro a Mario Draghi e a Sergio Mattarella che avrebbero dovuto, per suo conto, proteggere il lavoro, la sanità, il welfare, l’istruzione e il futuro dei giovani, per poi, in campagna elettorale, discettare sulle macerie, da essa stessa provocate. Un lungo passato di “liberismo di sinistra” e di “verdismo” cieco e demagogico ha favorito solo la riconversione capitalistica e reso impopolare la Sinistra. Oggi il Pd cerca di assolversi appellandosi all’infuriare del “vento di destra”! Ma che politica è questa che si rifugia nella sfiga del vento che cambia?
Ed ancora non abbiamo visto nulla… il risultato delle Europee 2024 certificherà questo stato di cose ben conosciuto dai sociologi come fenomeno di dinamica sociale.
La folle “cultura woke” che ha esasperato anche in Italia (la nostra propensione a scimmiottare le tendenze culturali altrui è ben nota) il politically correct, i pride di ogni tipo e colore e la cancel culture hanno provocato nel mondo della Sinistra danni irreparabili con ripercussioni che andranno oltre le due prossime generazioni.
Facciamocene una ragione e cerchiamo di contenere i danni monitorando il lavoro delle destre al potere dai banchi dell’opposizione che tutto sommato ci sono più congeniali, in attesa della rivoluzione a venire, ricordando però ai nostri rappresentanti il monito del Presidente Mao Tse Tung: “La Rivoluzione non è un pranzo di gala”! Alla Schlein dedico un delizioso calembour delle compagne snob degli anni Settanta: “Sta per venire la rivoluzione e non ho niente da mettermi”.
rev. Frank